Necessario sostenere chi non appoggia il "cupio dissolvi" di Mancini

SIENA. Dopo il commissariamento messo in atto da Ceccuzzi nei confronti di Comune e banca MPS , sembra che sia scoppiata la mania del commissariamento di tutti e di tutto. Sono di questi giorni le dichiarazioni di alcuni candidati a sindaco in merito alla stringente necessità di commissariare anche la Fondazione MPS. A parte la condivisione morale della proposta, è da domandarsi chi la possa realizzare ed in particolare chi possa commissariare il presidente Mancini.
La Fondazione è costituita da una Deputazione quasi interamente nominata dal Sindaco di Siena e dal Presidente della Provincia e ci sembra poco probabile che il Commissario Straordinario Laudanna e il presidente Bezzini si accordino per una iniziativa del genere.
Se si considera, inoltre, che l’attuale Deputazione scade subito dopo le elezioni amministrative e che intervenire oggi, in una fase delicatissima per la Banca nella quale il presidente Profumo, anticipando i desiderata di Bersani, si comporta già da tempo da commissario, commissariare la Fondazione aggiungerebbe ulteriore confusione a quella esistente, rischiando di procurare ulteriore discredito ad una istituzione che è patrimonio dell’intera comunità ed al contempo di conferire indirettamente ulteriori margini di libertà al presidente Profumo.
Riteniamo, invece, utile, mentre Mancini si appiattisce giorno dopo giorno sulle posizioni del presidente Profumo, sostenere coloro che, come Paolo Mazzini ed Antonella Buscalferri, nella Deputazione Generale mostrano di non volere più seguire Mancini nel suo ‘cupio dissolvi’, perché si facciano coraggio e costituiscano linea di resistenza a tutela degli interessi della comunità.
Ad elezioni avvenute ed una volta rinnovati gli organi della Fondazione sarà necessario che il nuovo sindaco promuova azione di responsabilità nei confronti di Mancini per il danno arrecato, con il suo comportamento, agli interessi dell’intera comunità, così come ai nuovi vertici della Fondazione spetterà promuovere azione di responsabilità nei confronti di Mussari e tutti coloro che hanno responsabilità nel depauperamento dell’istituto bancario.
Più ambigua la posizione di Ceccuzzi che, per quanto riguarda la banca, dichiara di non aver fatto nulla salvo che discontinuare perché fuori della sua competenza.
Per essendo d’accordo sul fatto che l’esercizio di certi ruoli richiederebbe una certa competenza, alla favole del discontinuatore crediamo un po’ meno, in quanto, alla luce delle notizie riportate dalla carta stampata, sembra che Ceccuzzi non abbia fatto altro che continuare a fare quello che ha sempre fatto, ovvero agire nell’ombra.
Il Fatto Quotidiano, nella sua intervista a Giovanni Consorte, già amministratore delegato di Unipol, riferisce che “Nel 2005 Consorte tentò di coinvolgere Mps nella scalata alla banca romana (BNL). D’Alema, indicato come il gran regista politico dell’operazione, era d’accordo. Fassino non faceva solo il tifo, ma telefonava ripetutamente a Franco Ceccuzzi, allora segretario dei Ds senesi, per convincerli a schierare Mps al fianco di Unipol.”
A beneficio della collettività sarebbe quindi oltremodo opportuno che si facesse chiarezza anche sui vari livelli di responsabilità non solo tecnica, ma anche politica, per capire chi davvero ha voluto e vuole il bene della nostra città.
A beneficio della collettività sarebbe quindi oltremodo opportuno che si facesse chiarezza anche sui vari livelli di responsabilità non solo tecnica, ma anche politica, per capire chi davvero abbia contribuito al dissesto della nostra città.