"Urgentissimo un chiarimento con il Governo per il futuro di MPS"
SIENA. Mentre Bruno Valentini continua a recitare la parte di Alice nel Paese delle meraviglie con dichiarazioni continue che nulla chiariscono di quel che voglia fare da grande, fortunatamente qualcuno della sinistra di governo locale comincia a svegliarsi e a rendersi conto della realtà.
Ci riferiamo all’appello sottoscritto da Periccioli, Spinelli e Fabrizio Vigni dove, prendendo spunto dalle condizioni poste dalla Commissione UE per gli aiuti di stato concessi dal Governo italiano alla banca MPS, si rendono improvvisamente conto che il rischio più grande che si va prospettando riguarda la possibilità di mantenere MPS come banca reale sul territorio.
Gli appellanti acquistano anche la repentina consapevolezza che il Governo Italiano, in questa vicenda, si è mostrato debole e si è limitato a svolgere un ruolo notarile, ma dimenticano di evidenziare come i nostri (e soprattutto loro) rappresentanti eletti in parlamento con il mandato della tutela degli interessi del territorio abbiano perso di vista il compito loro assegnato tanto che non c’è memoria di neppure una interrogazione od un sollecito al Governo in tal senso. Non ricordiamo neanche una presa di posizione nei confronti della Banca d’Italia che aveva ed ha il compito della vigilanza sulle attività della banca MPS e che non si è accorta di nulla in merito ai comportamenti irresponsabili della precedente gestione.
E nulla neppure si dice sul merito dell’attuale dirigenza la quale, pur se nominata politicamente, nega di esserlo stata e in forza di questa asserita indipendenza pretende e ottiene, in continuità con quello che accadeva prima, le mani libere nella gestione del Monte, elaborando piani industriali a getto continuo, imponendo ai lavoratori e alla città condizioni di lacrime e sangue, senza riuscire per altro ad ottenere risultato alcuno se non quello delle gravosissime condizioni imposte dalla Commissione UE.
La crisi drammatica del Monte dei Paschi con mancanza di prospettive di rinascita e la sua probabile futura nazionalizzazione (che, non lo scordiamo, è una ipotesi limitata nel tempo in quanto sarebbe comunque dovuta per le norme comunitarie la cessione della partecipazione statale al libero mercato) rappresentano anche il fallimento della presidenza Profumo e della politica locale che, nelle loro asserite discontinuità, sembra abbiano soprattutto risposto a quegli interessi esterni al territorio che da anni considerano la Banca ed il suo rapporto con il territorio come una anomalia
Concordiamo con Periccioli, Spinelli e Fabrizio Vigni sulla necessità urgente, anzi urgentissima di un chiarimento con il Governo per il futuro di MPS.
Purché non sia la solita recita, si svolga, se necessario, anche a muso duro e che la delegazione sia costituita da persone che non hanno responsabilità alcuna su quello che è avvenuto.
Ci riferiamo all’appello sottoscritto da Periccioli, Spinelli e Fabrizio Vigni dove, prendendo spunto dalle condizioni poste dalla Commissione UE per gli aiuti di stato concessi dal Governo italiano alla banca MPS, si rendono improvvisamente conto che il rischio più grande che si va prospettando riguarda la possibilità di mantenere MPS come banca reale sul territorio.
Gli appellanti acquistano anche la repentina consapevolezza che il Governo Italiano, in questa vicenda, si è mostrato debole e si è limitato a svolgere un ruolo notarile, ma dimenticano di evidenziare come i nostri (e soprattutto loro) rappresentanti eletti in parlamento con il mandato della tutela degli interessi del territorio abbiano perso di vista il compito loro assegnato tanto che non c’è memoria di neppure una interrogazione od un sollecito al Governo in tal senso. Non ricordiamo neanche una presa di posizione nei confronti della Banca d’Italia che aveva ed ha il compito della vigilanza sulle attività della banca MPS e che non si è accorta di nulla in merito ai comportamenti irresponsabili della precedente gestione.
E nulla neppure si dice sul merito dell’attuale dirigenza la quale, pur se nominata politicamente, nega di esserlo stata e in forza di questa asserita indipendenza pretende e ottiene, in continuità con quello che accadeva prima, le mani libere nella gestione del Monte, elaborando piani industriali a getto continuo, imponendo ai lavoratori e alla città condizioni di lacrime e sangue, senza riuscire per altro ad ottenere risultato alcuno se non quello delle gravosissime condizioni imposte dalla Commissione UE.
La crisi drammatica del Monte dei Paschi con mancanza di prospettive di rinascita e la sua probabile futura nazionalizzazione (che, non lo scordiamo, è una ipotesi limitata nel tempo in quanto sarebbe comunque dovuta per le norme comunitarie la cessione della partecipazione statale al libero mercato) rappresentano anche il fallimento della presidenza Profumo e della politica locale che, nelle loro asserite discontinuità, sembra abbiano soprattutto risposto a quegli interessi esterni al territorio che da anni considerano la Banca ed il suo rapporto con il territorio come una anomalia
Concordiamo con Periccioli, Spinelli e Fabrizio Vigni sulla necessità urgente, anzi urgentissima di un chiarimento con il Governo per il futuro di MPS.
Purché non sia la solita recita, si svolga, se necessario, anche a muso duro e che la delegazione sia costituita da persone che non hanno responsabilità alcuna su quello che è avvenuto.
Agostino Milani – Movimento Civico Senese