SIENA. Da Agostino Milani, consigliere comunale di An/PdL riceviamo e pubblichiamo-
"Quel che sta succedendo al Santa Maria della Scala non doveva accadere, perché se è normale che il Comune appalti all’esterno i propri servizi, se è normale che della gara di appalto se ne occupino i dirigenti e gli uffici competenti, se è normale che per l’espletamento del servizio ad una azienda che ha perso la gara di appalto subentri quella che la stessa gara ha vinto, ci sono però delle cose che normali non sono.
Non è normale ad esempio che lo stato di disagio e di “vergognosa incertezza occupazionale” dei lavoratori si protragga da mesi e che da mesi si sappia che la ditta vincitrice dell’appalto non ha intenzione di mantenere i livelli occupazionali, professionali e retributivi dei lavoratori che sino ad oggi hanno prestato servizio presso il SMS.
Come non è normale che, nonostante il gruppo consiliare di AN/PDL avesse sulla vicenda presentato una mozione sin dal 31 agosto, il PD non abbia voluto parlarne nella seduta dell’ 8 settembre quando c’era ancora un po’ di tempo per affrontare il problema, rinviando il tutto al 29 settembre quando non c’era più tempo e quando se ne è potuto parlare solo grazie alla dura presa di posizione di PDL, Liste Civiche e Rifondazione Comunista.
E non è neppure normale che quando i lavoratori, informati che in consiglio si sarebbe parlato del loro futuro lavorativo, sono andati ad assistere al dibattito consiliare, siano stati mandati i vigili urbani ad identificare gli stessi lavoratori, utilizzando lavoratori per intimidire altri lavoratori.
E tanto meno è normale che in consiglio il PD abbia prodotto e si sia votato un documento nel quale, dopo avere sottolineato che non c’era più tempo, si limitava ad un auspicio generico per una rapida ripresa della trattativa sindacale, dalla quale però il Comune deve restare fuori, nonostante il SMS sia di proprietà comunale.
E ancora non è normale che il Comune resti fuori dalla vicenda e consenta che la ditta aggiudicataria si presenti il 1 di ottobre a prendere servizio con personale proprio, mettendo di nuovo lavoratori contro lavoratori, salvo poi, dopo che i lavoratori “storici” hanno occupato il SMS, iniziare una trattativa tra O.O.S.S., impresa aggiudicataria, due dirigenti del SMS ed il sindaco Cenni, disattendendo quest’ultimo il gruppo consiliare PD, secondo il quale il Comune doveva restare fuori da quella trattativa sindacale che si è protratta invece per tutto il giovedì con il solo risultato della ordinanza sindacale che impone la chiusura del SMS per tre giorni.
E quando infine venerdì si è diffusa la notizia che il Consiglio di Stato ha accolto l’istanza di sospensione degli esiti del bando di gara, istanza presentata dalla Zelig, è stato di fatto smentito il Sindaco che aveva garantito come il bando di gara fosse impeccabile ed come fosse stato ineccepibile il comportamento di quei dirigenti che avevano gestito la gara e gli esiti successivi.
Questa vicenda è comunque esemplare per la superficialità con cui è stata gestita dall’amministrazione comunale che ha fallito sia sul piano tecnico che su quello politico, perché se è evidente che la gestione della gara di appalto rientra nelle competenze e nelle responsabilità dei dirigenti, è altrettanto evidente come quando questi sbagliano ( e se mettono a repentaglio il futuro occupazionale di tanti lavoratori sbagliano di certo) sia dovere della politica intervenire.
Nel frattempo una nota del PD ribadisce adesso vicinanza ai lavoratori, dichiarando però che c’è tempo e spazio per la conciliazione di tutti gli interessi (ancora una volta evitano di prendere posizione!) per terminare con un’affermazione sicuramente singolare, ovvero che difendere i lavoratori in lotta costituisce “cinica strumentalizzazione”.
E’ chiaro come adesso sia necessario accertare le responsabilità di quanto avvenuto, ma non vorremmo che, come al solito, si salvino i campioni responsabili e si faccia strage di innocenti.
A meno che i potenti servizi di intelligence del comune di Siena non avessero preavvisato il Sindaco del probabile accoglimento della richiesta di sospensiva da parte del Consiglio di Stato e che pertanto lo stesso Sindaco ritenesse del tutto inutile intervenire per poi vedersi vanificare l’eventuale risultato dalla sentenza di sospensione.
O forse ci sbagliamo?".
"Quel che sta succedendo al Santa Maria della Scala non doveva accadere, perché se è normale che il Comune appalti all’esterno i propri servizi, se è normale che della gara di appalto se ne occupino i dirigenti e gli uffici competenti, se è normale che per l’espletamento del servizio ad una azienda che ha perso la gara di appalto subentri quella che la stessa gara ha vinto, ci sono però delle cose che normali non sono.
Non è normale ad esempio che lo stato di disagio e di “vergognosa incertezza occupazionale” dei lavoratori si protragga da mesi e che da mesi si sappia che la ditta vincitrice dell’appalto non ha intenzione di mantenere i livelli occupazionali, professionali e retributivi dei lavoratori che sino ad oggi hanno prestato servizio presso il SMS.
Come non è normale che, nonostante il gruppo consiliare di AN/PDL avesse sulla vicenda presentato una mozione sin dal 31 agosto, il PD non abbia voluto parlarne nella seduta dell’ 8 settembre quando c’era ancora un po’ di tempo per affrontare il problema, rinviando il tutto al 29 settembre quando non c’era più tempo e quando se ne è potuto parlare solo grazie alla dura presa di posizione di PDL, Liste Civiche e Rifondazione Comunista.
E non è neppure normale che quando i lavoratori, informati che in consiglio si sarebbe parlato del loro futuro lavorativo, sono andati ad assistere al dibattito consiliare, siano stati mandati i vigili urbani ad identificare gli stessi lavoratori, utilizzando lavoratori per intimidire altri lavoratori.
E tanto meno è normale che in consiglio il PD abbia prodotto e si sia votato un documento nel quale, dopo avere sottolineato che non c’era più tempo, si limitava ad un auspicio generico per una rapida ripresa della trattativa sindacale, dalla quale però il Comune deve restare fuori, nonostante il SMS sia di proprietà comunale.
E ancora non è normale che il Comune resti fuori dalla vicenda e consenta che la ditta aggiudicataria si presenti il 1 di ottobre a prendere servizio con personale proprio, mettendo di nuovo lavoratori contro lavoratori, salvo poi, dopo che i lavoratori “storici” hanno occupato il SMS, iniziare una trattativa tra O.O.S.S., impresa aggiudicataria, due dirigenti del SMS ed il sindaco Cenni, disattendendo quest’ultimo il gruppo consiliare PD, secondo il quale il Comune doveva restare fuori da quella trattativa sindacale che si è protratta invece per tutto il giovedì con il solo risultato della ordinanza sindacale che impone la chiusura del SMS per tre giorni.
E quando infine venerdì si è diffusa la notizia che il Consiglio di Stato ha accolto l’istanza di sospensione degli esiti del bando di gara, istanza presentata dalla Zelig, è stato di fatto smentito il Sindaco che aveva garantito come il bando di gara fosse impeccabile ed come fosse stato ineccepibile il comportamento di quei dirigenti che avevano gestito la gara e gli esiti successivi.
Questa vicenda è comunque esemplare per la superficialità con cui è stata gestita dall’amministrazione comunale che ha fallito sia sul piano tecnico che su quello politico, perché se è evidente che la gestione della gara di appalto rientra nelle competenze e nelle responsabilità dei dirigenti, è altrettanto evidente come quando questi sbagliano ( e se mettono a repentaglio il futuro occupazionale di tanti lavoratori sbagliano di certo) sia dovere della politica intervenire.
Nel frattempo una nota del PD ribadisce adesso vicinanza ai lavoratori, dichiarando però che c’è tempo e spazio per la conciliazione di tutti gli interessi (ancora una volta evitano di prendere posizione!) per terminare con un’affermazione sicuramente singolare, ovvero che difendere i lavoratori in lotta costituisce “cinica strumentalizzazione”.
E’ chiaro come adesso sia necessario accertare le responsabilità di quanto avvenuto, ma non vorremmo che, come al solito, si salvino i campioni responsabili e si faccia strage di innocenti.
A meno che i potenti servizi di intelligence del comune di Siena non avessero preavvisato il Sindaco del probabile accoglimento della richiesta di sospensiva da parte del Consiglio di Stato e che pertanto lo stesso Sindaco ritenesse del tutto inutile intervenire per poi vedersi vanificare l’eventuale risultato dalla sentenza di sospensione.
O forse ci sbagliamo?".