SIENA. “La cessione da parte del Mef del 12,5% delle quote di MPS è un passaggio atteso ed ampiamente annunciato.
In primo luogo dobbiamo rilevare come lo Stato abbia incassato 650 milioni da questa operazione, oltre al dividendo per la quota residua previsto a Maggio, di fatto riuscendo a riprendere l’investimento di € 1,6 miliardi concesso con l’aumento del 2022.
Il piano di uscita ordinata dal capitale della banca, preannunciato dal Presidente del consiglio Giorgia Meloni sta proseguendo come era nei programmi, e come ha chiesto l’Unione europea.
Non possiamo tacere il fatto che la cessione sia dovuta anche alla necessità di fare cassa da parte dello Stato per colmare il buco del super bonus, che costituisce un’autentica zavorra per i già gravati conti pubblici.
Va da sé che una banca che torna a fare utile, in linea di principio, non ha più la necessità di una presenza forte dello Stato e può quindi orientarsi verso la privatizzazione dismettendo l’asset pubblico.
La discesa del Mef dal capitale consente di raggiungere due obiettivi: da un lato rispettare l’impegno con l’Unione Europea di dismettere l’ampia parte della partecipazione statale entro la fine dell’anno, dall’altro consentire al governo di uscire dal mondo del credito retail prima di un’eventuale frenata dei titoli e di un rallentamento dei risultati economici.
A questo punto si aprono alcuni scenari, che a nostro avviso dovranno sempre tenere presente la tutela del marchio, del brand, dei livelli occupazionali, e della centralità di Siena nella governance.
L’ottica dovrà essere quella di creare valore per il territorio , in un’ottica industriale e non solo finanziaria.
E’ pur sempre valida l’opzione che lo Stato rimanga ancora nel capitale della banca senese, anche perché in assenza di veri contendenti, la riduzione della quota del Mef entro la fine dell’anno potrebbe essere sufficiente per dimostrare all’Unione Europea che la direzione di un disimpegno è chiaro e che l’obiettivo è stato raggiunto.
Ma la banca oggi è solida, ha i numeri per poter essere un player autonomo nel mercato e diventare a tutti gli effetti il terzo polo bancario, obiettivo che auspichiamo e che siamo convinti la governance Maione – Lo Vaglio lo possa ampiamente raggiungere”. Lo scrive, in una nota, il deputato senese di Fratelli d’Italia Francesco Michelotti.