Con informazione quasi a zero, di che discutono in giunta è un mistero
di Red
SIENA. La Gazzetta dello Sport qualche giorno fa ha riferito che la Fises, socio con l’11% della Mens Sana Basket Spa, avrebbe chiesto la certificazione del bilancio da parte di una società di revisione esterna. Nel trafiletto che seguiva, nella stessa pagina, la Rosea dava conto anche del rinvio a giudizio per 14 persone, tra cui l’ex-presidente Antonutti, per il fallimento della Pallacanestro Teramo. Sfortunato accostamento nell’impaginazione del giornale (facciamo gli scongiuri anche noi che non siamo disfattisti). Un pizzico di attenzione non avrebbe guastato.
Ma la notizia c’era, e se Fises chiede un revisore esterno qualche dubbio le sarà pur venuto. Tacere? Cui prodest? La Gazzetta dà informazione, anche quella che a qualcuno non piace: questo fatto dovrebbe far riflettere sulla necessità di essere più accorti nel gettare giudizi sugli gli organi che dei fatti informano la città. Non è una novità per ilcittadinoonline.it: all’epoca dei primi articoli su MPS e la gestione Mussari è stato nel mirino dei potenti e qualcuno avrà anche sperato che morisse di consunzione, vista la terra bruciata che gli si faceva intorno; poi si è visto come stan andando a finire e la qualità e correttezza dell’informazione del ittadino ne escono col massimo dei voti.
In questa classe dirigente (in provincia come nella capitale) c’è la convinzione che, ignorando domande e critiche, chi le pone sia sostanzialmente delegittimato e rinchiuso in un cono d’ombra, come se non esistesse. Ma esistono i fatti e alla fine arriva anche il redde rationem. E bisogna spiegare tutto. Vicende come quelle di Mussari e Mancini dovrebbero far riflettere: il silenzio ad oltranza coperto anche da alcuni media alla fine ha portato al fallimento sostanziale della banca e della Fondazione. Si fosse aperta una pubblica discussione quando Mancini veniva sollecitato a non partecipare all’ultimo aumento di capitale di MPS, la lettura delle carte che ne sarebbe scaturita avrebbe evitato il dissanguamento dell’ultimo miliardo di euro di Palazzo Sansedoni e i 339 milioni di debiti attuali. Le partecipazioni rimaste in portafoglio oggi garantirebbero la redditività minima e il ritorno per il territorio. Mussari e Vigni sarebbero stati espulsi con congruo anticipo e non avrebbero avuto il tempo di mettere in piedi un altro anno (sei mesi per Vigni) di operazioni maldestre e onerose, che hanno aggravato ancor di più i conti di Rocca Salimbeni.
Tornando alla Mens Sana, saltano fuori due consiglieri comunali che fanno una interrogazione al sindaco sul contenuto dei colloqui avuti nei giorni scorsi con gli esponenti di Mens Sana Basket e Polisportiva. Forse perché nel comunicato ufficiale non c’è scritto nulla di concreto. Così la riunione di giunta della Polisportiva Mens Sana di cosa parlerà? Se il 15 gennaio c’è l’assemblea di approvazione del bilancio della Spa, è evidente che una giunta bisognerà farla, no? Qualcuno sarà messo di fronte alle sue responsabilità, saprà spiegare chi, come e in nome di cosa ha preso certe decisioni che avrebbero provocato i buchi nel bilancio? Non c’è uno straccio di contratto scritto: sotto la voce “servizi” nei bilanci annuali della Spa si trova una quantità di spese inspiegabili, proprio perché non lo sono state nemmeno dai sindaci revisori. Se la Polisportiva riuscirà a sapere come sono stati effettivamente spesi i soldi degli sponsor, forse si verrà a capo della situazione. Intanto il dottor Minucci, dopo anni in cui si parlava solo di sponsor Montepaschi, ha confermato quanto riferivamo dei vari Axa, Leggo, Anima, di cui non si conoscono le dazioni milionarie versate: forse il budget per la squadra era ridotto rispetto alle grandi del basket, ma certamente gli introiti erano in doppia cifra (anche superiore a venti milioni). Resta il rammarico che – con centinaia di milioni gestiti – nulla sia avanzato per rendere il Palaestra efficiente per le normative di sicurezza del Prefetto e le esigenze di capienza dell’Euroleague, e nemmeno per sistemare il fossetto di scolo dell’uscita sul parcheggio posteriore.