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SIENA. Da Michele Menchiari, coordinatore provinciale di Sinistra Ecologia Libertà con Vendola di Siena, riceviamo e pubblichiamo.
Avevamo chiesto di ripensare la riforma per ristrutturare l’architettura complessiva delle istituzioni, degli enti locali e del governo dei territori, mettendo da parte una non riforma, che abolendo storia e necessità di servizi, cancellava l’identità geografica dei territori.
Avevamo posto delle domande a governo e regione. Cosa sarà domani Siena? Forse un grande comune della provincia grossetana? E dove andranno a finire gli sforzi di creazione di reti turistiche, di marketing territoriale, di un brand potente ed efficace come quello senese? Quale sarà la ricaduta commerciale ed economica della perdita della provincia e della perdita del capoluogo? Ed ancora come funzioneranno i servizi nel nuovo ente? Quale sarà la capacità di rispondere ai bisogni del cittadino? Tutte domande che sono rimaste inevase, senza risposta.
C’è bisogno che i cittadini siano consapevoli che non esiste risposta positiva da dare a queste domande, che non esisterà più la dimensione dei problemi che conoscevamo finora: che la politica e le istituzioni, dopo questa riforma, saranno ancora più distanti ed anonime, relegate nell’ennesimo poco funzionante ente non elettivo. Come partito riteniamo, invece, che qualunque luogo del governo debba essere democratico ed eletto e non spiaggia facile dei nominati di tutti i partiti, rifugio della casta che solo a parole si fa finta di contrastare.
Sinistra Ecologia Libertà con Vendola ritiene fondamentale provare ad opporsi fino all’ultimo istante a questo disegno, aprire una discussione, trovare la forza di proporre un disegno alternativo che salvaguardi i servizi, l’identità ed il territorio senese: per questo nonostante le differenze politiche ci sentiamo di aderire a qualunque mobilitazione pubblica vada in questa direzione; con questo spirito parteciperemo alla manifestazione di giovedì presso l’auditorium della Confesercenti alle 18 indetta dal Partito Democratico: perché siamo convinti che bisogna fare di più per fermare questo disegno antidemocratico e non efficace, di più per cambiare in meglio (e non in peggio) l’assetto istituzionale del paese, di più per far diventare davvero questa istanza un’istanza dell’intero centrosinistra”.