È considerata ostile e contraria agli interessi dell'istituto milanese
MILANO. “L’Offerta non è stata concordata ed è da ritenersi ostile e contraria agli interessi di Mediobanca”. Con questa risposta lapidarie il cda di dell’istituto di piazzetta Cuccia ha respinto l’Ops lanciata dal Monte dei Paschi lo scorso 24 gennaio, in quanto “ritiene l’offerta priva di razionale industriale e finanziario, e dunque distruttiva di valore per Mediobanca”.
L’Ops di Mps non abbia valenza industriale, pregiudicando l’identità e il profilo di business del Gruppo Mediobanca, focalizzato su segmenti di attività a elevato valore aggiunto e con evidenti traiettorie di crescita; distrugga valore per gli azionisti di Mediobanca e di MPS essendo facile prevedere una copiosa perdita di clienti in quelle attività (quali il Wealth Management e l’Investment Banking), che presuppongono l’indipendenza, la reputazione e la professionalità; sia negativamente caratterizzata dalla difficoltà a determinare il valore intrinseco dell’azione della Banca Mps, che “presenta un patrimonio netto che fronteggia rilevanti attività fiscali, attività deteriorate e rischi di contenzioso legale (3,3miliardi), indicatori di rischio peggiori rispetto alle altre banche italiane, rilevanti perdite pregresse, una marcata concentrazione geografica (70% filiali al centro-sud Italia) e di clientela (piccole media impresa), mancanza di fabbriche prodotto”.