Si eviterà che circolino notizie non fondate o travisate
SIENA. Circolano una serie di notizie sui conti del Comune di Siena che rasentano la fantasia e che hanno lo scopo, evidentemente caro a qualcuno, di annacquare le reali responsabilità della situazione che sta vivendo la città.
Tra tutte le notizie prive di fondamento spicca quella di un buco di 300 milioni. Considerata l’entità complessiva del bilancio del Comune di Siena, già questa cifra risulta essere priva di ogni fondamento. Si fa poi riferimento a date in cui ci sarebbe stato un pronunciamento della Corte dei Conti, mentre in realtà le date si riferiscono alle scadenze, per tutti i comuni monitorati, dell’invio dei questionari tecnici di chiarimento, tanto è vero che la sezione regionale di controllo della Corte dei Conti per la Toscana ha dovuto fare delle smentite a un articolo apparso su un quotidiano.
Sarebbe invece opportuno che il Commissario Prefettizio, intervenisse con chiarezza per spiegare la realtà.
Nelle note di stampa intanto si confonde il deficit con il livello indebitamento, che assomma sia i BOC che i mutui ordinari e quelli accesi presso cassa Depositi e Prestiti.
E’ del tutto evidente che con la riduzione del contributo della Fondazione su oneri pluriennali la parte corrente di bilancio risente della mancata erogazione da parte della Fondazione, ma è altrettanto evidente che le misure prese a metà dello scorso anno sono state indirizzate, con i sacrifici richiesti ai cittadini, alla copertura di questi oneri. Fra l?altro visto che oggi vanno così di moda le azioni di responsabilità, saremmo curiosi di sapere se il Commissario abbia o meno preso in considerazione tale idea nei confronti della Fondazione che ha contravvenuto ai mandati del Consiglio comunale (vedi documento 2009 e precedenti) e ha interrotto la erogazione dei finanziamenti pluriennali dopo averli caldeggiati per Comune e Provincia.
Nella comunicazione di settembre 2011 il Commissario indicava in circa 15 milioni il disavanzo da colmare, prima delle misure a cui accennavo, e giustificava così i tagli alla spesa (investimenti a zero, tagli orizzontali su tutti i capitoli, ecc.) e le misure di inasprimento fiscale (addizionale IRPEF e IMU), per cui se un problema esiste esso può essere accertato solo ad approvazione del prossimo consuntivo. In quella occasione si dovrà verificare se le misure sono state efficaci o meno, ed in questo caso di quanto e con che modalità va posta in atto la manovra correttiva.
Il cosiddetto patto di stabilità infatti risulta essere rispettato ogni esercizio, e quindi non si capisce da dove deriverebbero i debiti incolmabili del Comune, a meno che la Corte dei Conti, i sindaci revisori del Comune, la ragioneria centrale del medesimo, i segretari generali e direttori che si sono alternati nonché i vari assessori al bilancio e sindaci, non abbiano tutti sbagliato, cosa assai improbabile.
Diverso è il discorso per le dismissioni patrimoniali non effettuate (qui ci sarebbe da chiedere quanti tentativi siano stati esperiti durante il breve mandato interrotto e il periodo di commissariamento) ben sapendo che gli stessi organi di controllo sconsigliano di svendere il patrimonio e preferiscono che i comuni attendano tempi di mercato migliori per monetizzare il patrimonio non strategico alle funzioni degli enti.
Ci chiediamo a chi giovi questa ridda di notizie. Sicuramente non alla città che ha problemi enormi. Ma qualcuno pensa di trarne vantaggio, anche a costo di vere e proprie bufale, come quella apparsa alcuni giorni addietro su una presunta sanzione di un milione di euro al Comune decisa dal TAR su un esproprio. Poi leggendo la sentenza in questione si apprende non solo che non esiste la sanzione, ma addirittura che non è mai avvenuto l’esproprio.
Che qualcuno pensi di rimettersi in gioco?
Giancarlo Meacci – Ora Siena
(ex-consigliere comunale)
Tra tutte le notizie prive di fondamento spicca quella di un buco di 300 milioni. Considerata l’entità complessiva del bilancio del Comune di Siena, già questa cifra risulta essere priva di ogni fondamento. Si fa poi riferimento a date in cui ci sarebbe stato un pronunciamento della Corte dei Conti, mentre in realtà le date si riferiscono alle scadenze, per tutti i comuni monitorati, dell’invio dei questionari tecnici di chiarimento, tanto è vero che la sezione regionale di controllo della Corte dei Conti per la Toscana ha dovuto fare delle smentite a un articolo apparso su un quotidiano.
Sarebbe invece opportuno che il Commissario Prefettizio, intervenisse con chiarezza per spiegare la realtà.
Nelle note di stampa intanto si confonde il deficit con il livello indebitamento, che assomma sia i BOC che i mutui ordinari e quelli accesi presso cassa Depositi e Prestiti.
E’ del tutto evidente che con la riduzione del contributo della Fondazione su oneri pluriennali la parte corrente di bilancio risente della mancata erogazione da parte della Fondazione, ma è altrettanto evidente che le misure prese a metà dello scorso anno sono state indirizzate, con i sacrifici richiesti ai cittadini, alla copertura di questi oneri. Fra l?altro visto che oggi vanno così di moda le azioni di responsabilità, saremmo curiosi di sapere se il Commissario abbia o meno preso in considerazione tale idea nei confronti della Fondazione che ha contravvenuto ai mandati del Consiglio comunale (vedi documento 2009 e precedenti) e ha interrotto la erogazione dei finanziamenti pluriennali dopo averli caldeggiati per Comune e Provincia.
Nella comunicazione di settembre 2011 il Commissario indicava in circa 15 milioni il disavanzo da colmare, prima delle misure a cui accennavo, e giustificava così i tagli alla spesa (investimenti a zero, tagli orizzontali su tutti i capitoli, ecc.) e le misure di inasprimento fiscale (addizionale IRPEF e IMU), per cui se un problema esiste esso può essere accertato solo ad approvazione del prossimo consuntivo. In quella occasione si dovrà verificare se le misure sono state efficaci o meno, ed in questo caso di quanto e con che modalità va posta in atto la manovra correttiva.
Il cosiddetto patto di stabilità infatti risulta essere rispettato ogni esercizio, e quindi non si capisce da dove deriverebbero i debiti incolmabili del Comune, a meno che la Corte dei Conti, i sindaci revisori del Comune, la ragioneria centrale del medesimo, i segretari generali e direttori che si sono alternati nonché i vari assessori al bilancio e sindaci, non abbiano tutti sbagliato, cosa assai improbabile.
Diverso è il discorso per le dismissioni patrimoniali non effettuate (qui ci sarebbe da chiedere quanti tentativi siano stati esperiti durante il breve mandato interrotto e il periodo di commissariamento) ben sapendo che gli stessi organi di controllo sconsigliano di svendere il patrimonio e preferiscono che i comuni attendano tempi di mercato migliori per monetizzare il patrimonio non strategico alle funzioni degli enti.
Ci chiediamo a chi giovi questa ridda di notizie. Sicuramente non alla città che ha problemi enormi. Ma qualcuno pensa di trarne vantaggio, anche a costo di vere e proprie bufale, come quella apparsa alcuni giorni addietro su una presunta sanzione di un milione di euro al Comune decisa dal TAR su un esproprio. Poi leggendo la sentenza in questione si apprende non solo che non esiste la sanzione, ma addirittura che non è mai avvenuto l’esproprio.
Che qualcuno pensi di rimettersi in gioco?
Giancarlo Meacci – Ora Siena
(ex-consigliere comunale)
(Foto di Corrado De Serio)