SIENA. Dal Movimento Civico Senese riceviamo e pubblichiamo.
“Da un po’ di tempo si tende a legare, da parte di alcuni, l’attrattività di certe istituzioni, ad esempio Università e Policlinico Le Scotte, a quella della città.
Sono almeno 15/20 anni che Siena non risulta più essere una realtà altamente attrattiva per i giovani studenti e non lo è solo per gli alti costi della vita e per il costo delle abitazioni (i prezzi li fa il mercato) a cui spesso non si associa un adeguato confort, ma anche alla maggiore concorrenza tra un numero crescente di atenei ed alle ripercussioni che ciò ha avuto ed ha tutt’oggi per il prestigio di alcuni settori scientifici e disciplinari. Ci sono, poi, aspetti correlati a scelte organizzative regionali. Se si pensa, ad esempio, che nelle 3 aree vaste, solo a Siena accade in modo particolarmente corposo che il percorso di formazione specialistica si possa sviluppare anche nelle strutture sanitarie ed assistenziali dell’aretino e del grossetano, cosa che accade in misura significativamente inferiore a Firenze e Pisa nelle rispettive aree geografiche di riferimento, un deterrente all’iscrizione nell’ateneo senese è anche legato alla mancanza di incentivi da parte della Regione Toscana nel sostenere particolari disagi. Non vogliamo, per ora, entrare nel merito di cosa sia e come andrebbe praticata l’alta formazione. Purtroppo, quando a Siena governavano certuni e ‘babbo Monte’ attraverso la Fondazione riempiva le tasche a tante istituzioni, nessuno si è preoccupato di investire in quelle infrastrutture che avrebbero reso più attrattiva la città anche ai giovani di oggi. Tantomeno hanno pensato ai collegamenti ferroviari coloro che hanno governato la regione per decenni e che ancora la governano.
Sono, quindi, pretestuose le prese di posizione di chi tende a surrogare certe assenze della politica partitica sinistra, minimizzando il supporto dell’Amministrazione comunale nei confronti di altre istituzioni per incentivare, nei limiti delle proprie possibilità, ciò che altri non hanno fatto per anni e anni contribuendo a causare ciò per cui ora si lamentano.
Se poi si allarga il discorso e si vuole parlare anche della ‘forza lavoro delle Scotte’ che sta progressivamente venendo meno, il problema è dei residenti fuori sede che vogliono rientrare alla base per il ‘caro vita’ cittadino o di altri fattori esterni? Il problema dei residenti fuori sede è un problema di sempre e riguarda tutte le aziende toscane. Le aree critiche (as es. pronto soccorso) lo sono anche per altre aziende, ma da noi il problema appare nei numeri più grave. Non è forse il caso di dare maggiore valore alla professionalità ed alle specificità dell’assistenza? Se i professionisti della sanità non si sentono appagati, diventa facile preferire lavori meno impegnativi, a volte anche meno retribuiti a fronte di una migliore qualità della vita che permetterebbe di dedicare più tempo a loro stessi ed alla propria famiglia. Oppure vanno a cercare altrove maggiori riconoscimenti economici e morali.
Problemi complessi richiedono azioni sistemiche partendo da chi ha responsabilità gestionali, ma almeno si abbia il pudore di pretendere da chi ‘deve’, facendo storicamente un po’ di autocritica sull’operato dei propri referenti politici che quando ‘potevano fare non hanno fatto’ e si eviti di ‘sformarci’ quando gli attuali amministratori cittadini si adoperano con iniziative a sostegno di problemi, pur difficili da risolvere, nell’interesse esclusivo della città che molti dichiarano, ma che pochi a sinistra praticano”.