Il riordino delle cure primarie ha ancora molta strada da percorrere
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La realizzazione di mega-strutture (le cd Aggregazioni Funzionali Territoriali) collegate in via telematica con l’ospedale per favorire il coordinamento operativo tra medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, guardie mediche, specialisti ambulatoriali, personale infermieristico ed amministrativo, richiede la dotazione di una strumentazione di base indispensabile per il buon funzionamento di tutto il sistema, ma a causa della sensibile contrazione delle risorse finanziarie destinate al S.s.n. dovute alla spending review, tutto questo potrebbe rimanere lettera morta.
In questo scenario risulta difficile pensare che possano essere investite nuove risorse in queste forme aggregative tanto più che per sopperire alla perdita di finanziamenti, la Regione ha già provveduto ad aumentare i ticket per la specialistica e la farmaceutica senza risparmiare neppure i malati cronici.
Nelle nuove mega-strutture il medico di famiglia sarà presente soltanto in alcune ore della giornata, seguendo una turnazione con gli altri componenti del gruppo composto da 20-30 medici. Chi avrà bisogno di un medico lo troverà in qualsiasi ora del giorno, ma non sarà sempre il suo medico di fiducia, bensì un altro del gruppo che lo valuterà ricavando la sua storia clinica dal computer.
Lo scopo delle nuove aggregazioni di medici è, nelle intenzioni del decreto, quello di favorire la medicina d’iniziativa garantendo la continuità dell’assistenza sul territorio e ricorrendo all’ospedale solo nei casi più complessi evitando gli accessi impropri al pronto soccorso che oggi rappresenta il vero problema.
Il processo di decongestione degli ospedali, se non è contestuale al consolidamento dell’assistenza territoriale, determina di fatto l’impossibilità dei cittadini di beneficiare di quelle cure che oggi hanno grazie all’attività del medico di famiglia disponibile dalle 8 alle 20 ed al servizio di Emergenza-Urgenza che con la guardia medica ed il 118 garantisce la copertura dalle 20 alle 8 del giorno successivo.
Un sistema, quello attuale, che offre un’assistenza capillare su tutto il territorio per l’intero arco della giornata e solo se rafforzato potrà migliorare, soprattutto in previsione di quel 10% di tagli ai posti letto previsti nella spending review.
Alcuni anni fa a Siena, così come in tutta la Toscana, fu fatto un tentativo simile a quello previsto nel decreto Balduzzi attraverso l’apertura di ambulatori pediatrici nei giorni pre-festivi e festivi, ma il servizio risultò troppo costoso e comportò la sua chiusura con buona pace dei genitori che non avendo punti di riferimento si videro costretti a rivolgersi ai pronto soccorso. Stesso discorso ed identico risultato per le guardie mediche che circa quattro anni fa si sono viste ridurre le postazioni dai professionisti dei tagli alla spesa, abituati più ai numeri che ai risultati.
Non vi è dubbio che alcune dichiarazioni, di questi giorni, fanno intravedere la voglia di ulteriori tagli alle cure territoriali in contrasto con il rilancio di cui parla il decreto.
Sono stati enunciati modelli bizzarri quanto fantasiosi che stanno creando confusione sia nei medici che nei pazienti come quelli che affermano che il medico di famiglia opererà 24 su 24 per poi essere smentiti da chi dice che i maxi-ambulatori saranno attivi sino alla mezzanotte, fino ad arrivare a coloro che sostengono che la guardia medica sarà attiva solo dalle 20 alle 24 mentre sino alle 8 entrerà in funzione il 118.
Sono tutte ipotesi che, se realizzate, porteranno ad un indebolimento dell’attuale sistema con il conseguente sovraffollamento delle strutture di pronto soccorso.
Il 118 dopo le 24 utilizzerà, con molta probabilità, il sistema del see and treat già presente in alcune realtà della Toscana facendo intervenire, in prima istanza, un infermiere professionale che valuterà la necessità o meno di chiamare il medico dell’emergenza sul posto.
E’ evidente che al cittadino bisognoso di cure non rimarrà che prendere la cornetta del telefono e chiamare il suo medico di fiducia, nel cuore della notte, se non altro per chiedergli chiarimenti perchè continuano a perpetrarsi tentativi riformatori che cercano di superare quel rapporto fiduciario tra medico e paziente che, invece, costituisce uno dei principali presupposti dell’efficacia delle cure.
Riteniamo che questa riforma, qualora non fosse modificata, ci porterà indietro nel tempo con l’affermazione di una logica di budget che favorirà l’appalto di servizi a società cooperative ed assicurazioni capaci di trasformare il rischio di ammalarsi in spesa garantendo assistenza medica e farmaceutica con professionisti di loro fiducia.
Ciò con grave danno dei ceti meno abbienti e dei soggetti fragili (anziani e malati cronici) e con l’adozione di modelli assistenziali d’oltreoceano che gli USA vogliono cambiare e che nel nostro paese si tenta di adottare.
Antonio Montella – Movimento Civico Senese