Il di nuovo candidato si esprime in perfetto "poltichese"
Le primarie hanno evidenziato infatti come nel paese ci sia un bisogno di rinnovamento della politica e di uscita dai vecchi e logori rituali, che si esprime di volta in volta con l’astensione, con la scomparsa del partito dipietrista e l’esplosione del movimento di Beppe Grillo e, nell’occasione, con il 40% dei consensi a Matteo Renzi, che a Siena diventano il 54%. Che questi consensi significhino una richiesta pressante di uscire dai vecchi schemi della politica e dalle logiche di quelle burocrazie di partito che sono intervenute praticamente compatte contro Renzi, non interessa a Ceccuzzi che interviene e commenta come se il voto senese non avesse sconfessato un’intera classe dirigente. Ed in perfetto politichese si spertica prima nell’elogio di Bersani e poi in quello di Renzi, non dimenticando di sottolineare come sia amico di entrambi e di entrambi condivida il programma dichiarando per altro “abbiamo il dovere di lavorare per costruire un PD più aperto, pluralista nelle culture,…, e vero strumento di partecipazione ed inclusione.” Chissà se il concedere di votare al secondo turno solo a 4 dei 4600 ritardatari che ne avevano fatto richiesta fa parte del lavoro per costruire un partito pluralista, partecipato ed inclusivo!
Ciononostante Ceccuzzi riesce a dare il meglio di sé quando definisce tale costruzione come “un’evoluzione naturale della linea della discontinuità.” In altre parole Ceccuzzi, che è stato l’artefice di tutte le politiche delle amministrazioni di centrosinistra negli ultimi 20 anni, ci fa capire che sono Bersani e Renzi ad essere ceccuzziani e non viceversa, perché lui la linea della discontinuità l’aveva individuata per primo.
E per chiudere in concretezza, nell’ipotesi di un governo amico a guida Bersani, rilancia i punti forti del suo programma, ovvero “la sfida per Siena capitale della Cultura europea con il Santa Maria della Scala, il mantenimento del capoluogo, il recupero delle antiche mura e della Caserme Bandini e Santa Chiara, per avviare un programma di recupero edilizio a consumo zero del territorio.”
Ci piacerebbe che con il prossimo comunicato ci spiegasse su quali basi, o meglio su quali contenuti, un “governo amico” dovrebbe avallare i suoi desideri, magari a scapito di qualche altro amico, e con quali risorse intenderebbe acquistare e recuperare le antiche mura e le due caserme e soprattutto per farne cosa.
Per concludere ci sembra che Ceccuzzi continui a parlare in politichese, stando con chi vince ma anche con chi perde e che soprattutto continui a confondere i suoi sogni con la realtà, ignorando la lezione che il 54% degli elettori del centrosinistra senese hanno impartito a tutta la sua classe dirigente, chiedendo a gran voce meno politichese, una dirigenza meno autoreferenziale e soprattutto programmi realistici e ben comprensibili a tutti.
MOVIMENTO CIVICO SENESE