Sì all'aumento di capitale. A giugno
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SIENA. Antonella Mansi spiega al Sole 24Ore perché conferma la posizione della Fondazione sull’aumento di capitale: “La ricapitalizzazione va fatta più avanti. Partire a gennaio ucciderebbe la Fondazione Mps”. Per Mansi la priorità è – ovvio – il salvataggio dell’ente che presiede, ma non disconosce l’esigenza della banca di rafforzarsi con l’aumento di capitale (a gennaio). Il disaccordo nasce sulla tempistica: “i tempi della manovra non ci convincono. La Commissione europea, che conosce bene il dossier Mps, ha indicato nell’intero 2014 l’arco temporale entro cui realizzare il rafforzamento del patrimonio. E lo stesso amministratore delegato della banca Viola ha parlato di tre finestre temporali. L’aumento di capitale a giugno è utile a tutti, non solo per la Fondazione: un passaggio graduale e fluido della nostra partecipazione in Mps a nuovi proprietari è interesse di tutti. Il Monte sarebbe avvantaggiato da un assetto proprietario stabile e anche il sistema creditizio nazionale”.
La presidente vuol mantenere le posizioni: “Voteremo sì all’aumento di capitale ma nella prospettiva di realizzarlo a giugno – e, rispondendo all’ipotesi di un’uscita da Mps, conclude -. Il nostro ruolo, come motore di sviluppo del territorio, prescinde dal Montepaschi”.
La presidente vuol mantenere le posizioni: “Voteremo sì all’aumento di capitale ma nella prospettiva di realizzarlo a giugno – e, rispondendo all’ipotesi di un’uscita da Mps, conclude -. Il nostro ruolo, come motore di sviluppo del territorio, prescinde dal Montepaschi”.
Di fronte all’eventualità di dimissioni di Alessandro Profumo e Fabrizio Viola (peraltro smentite subito), la Mansi si limita a dire ”ho fiducia che l’attuale management della banca saprà affrontare la complessità della situazione”.
Intanto domani (12 dicembre) alle 14,30 si riunisce il cda della banca Mps per discutere della richiesta della Fondazione.