La presidente vuol mantenere la posizione anche dopo il "niet" della banca
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SIENA. Antonella Mansi, presidente della Fondazione Mps, si è soffermata a parlare con i giornalisti a margine dell’incontro odierno con i capigruppo in Consiglio comunale. Mansi, che si è recata in Comune, dopo aver incontrato i vertici della Provincia in Piazza Duomo, ha confermato che ci sono contatti con possibili acquirenti: ”Ci sono i contatti ma sono molto difficoltosi perché finchè non si chiarisce il quadro è difficile sedersi ai tavoli con delle prospettive certe” e che la posizione della Fondazione sulla necessità di spostare a giugno l’aumento di capitale ”non può essere diversa: noi abbiamo espresso con molta chiarezza – e in tempi non sospetti – la nostra posizione e non può essere diversa perché siamo amministratori di un ente e abbiamo la responsabilità della conservaziome e della tutela del suo patrimonio. Io non amo il braccio di ferro, ho sempre cercato di dare un messaggio di lavoro, di collaborazione e di ricerca di soluzioni che, mi rendo conto, non sono semplici. Gli interessi in gioco mi sono chiari ma io sono il presidente della Fondazione Mps”. La presidente ha sottolineato che la necessità espressa dalla Banca di effettuare a gennaio l’aumento di captale per non pagare gli interessi sui Monti Bond è un argomento non valido, perché ”la Fondazione e il suo patrimonio valgono a oggi poco meno di 700 milioni, questo credo sia importante allo stesso modo”.
Il ministro Saccomanni ha dichiarato di non essere preoccupato del braccio di ferro in atto tra Fondazione e banca, ma il Ministero monitora con attenzione la situazione. ”Il ministero dell’Economia ci ha accompagnato fino a ora in questo percorso – ha detto la presidente -. Stiamo lavorando perché non é interesse di nessuno arrivare a uno scontro, però dobbiamo avere coscienza del fatto che abbiamo alcuni impegni e alcune responsabilità”.
Secondo alcuni da parte del Ministero dell’Economia ci potrebbe anche essere un tentativo di moral suasion nei confronti di Palazzo Sansedoni: Il ruolo del Mef potrebbe essere centrale per trovare una soluzione condivisa in tempo per l’assemblea del 27 dicembre.
Il ministro Saccomanni ha dichiarato di non essere preoccupato del braccio di ferro in atto tra Fondazione e banca, ma il Ministero monitora con attenzione la situazione. ”Il ministero dell’Economia ci ha accompagnato fino a ora in questo percorso – ha detto la presidente -. Stiamo lavorando perché non é interesse di nessuno arrivare a uno scontro, però dobbiamo avere coscienza del fatto che abbiamo alcuni impegni e alcune responsabilità”.
Secondo alcuni da parte del Ministero dell’Economia ci potrebbe anche essere un tentativo di moral suasion nei confronti di Palazzo Sansedoni: Il ruolo del Mef potrebbe essere centrale per trovare una soluzione condivisa in tempo per l’assemblea del 27 dicembre.