SIENA. “Governo e maggioranza devono spiegare perché hanno voluto escludere migliaia di imprese in grave difficoltà da incentivi fiscali come la deducibilità degli interessi passivi dall’Ires o l’esclusione temporanea dagli accertamenti condotti con studi di settore, data la natura di contoterzisti che, di fatto, preclude ogni eventuale intento di evasione”. Lo chiede il deputato del Partito democratico, Franco Ceccuzzi dopo l’approvazione del decreto sulle misure urgenti a sostegno dei settori industriali in crisi da parte delle Commissioni Finanze e Attivita' produttive della Camera dei Deputati e il respingimento degli emendamenti presentati dai deputati senesi del Partito democratico, Franco Ceccuzzi e Susanna Cenni insieme ad altri parlamentari democratici.
“Le misure proposte dal Pd nelle Commissioni Finanze e Attività Produttive – aggiunge Ceccuzzi – erano indirizzate a valorizzare il Made in Italy e a sostenere le imprese che operano nei settori tessile, abbigliamento, pelletteria, calzature e cuoio. Gli emendamenti, in particolare, miravano a tutelare le realtà produttive che avessero registrato una perdita di almeno il 30 per cento di fatturato nel primo semestre del 2009, rispetto a quello dell’anno precedente. Pdl e Lega nord hanno votato contro agli emendamenti proposti dal Pd e dovranno assumersi la responsabilità di un decreto zoppo, che penalizza una parte importante del settore manifatturiero italiano”.
“Le misure proposte dal Pd nelle Commissioni Finanze e Attività Produttive – aggiunge Ceccuzzi – erano indirizzate a valorizzare il Made in Italy e a sostenere le imprese che operano nei settori tessile, abbigliamento, pelletteria, calzature e cuoio. Gli emendamenti, in particolare, miravano a tutelare le realtà produttive che avessero registrato una perdita di almeno il 30 per cento di fatturato nel primo semestre del 2009, rispetto a quello dell’anno precedente. Pdl e Lega nord hanno votato contro agli emendamenti proposti dal Pd e dovranno assumersi la responsabilità di un decreto zoppo, che penalizza una parte importante del settore manifatturiero italiano”.
“Questi emendamenti – conclude Ceccuzzi – avrebbero potuto rappresentare un segnale di attenzione a tutto il comparto della pelletteria, la cui crisi si sta manifestando con particolare gravità nei Comuni di Piancastagnaio e di Abbadia San Salvatore, dove, attualmente, circa il 50 per cento delle 80 aziende presenti sul territorio e il 45 per cento degli 800 occupati, fra titolari e dipendenti, sono stati oggetto di sospensioni e ricorso alla cassa integrazione. La crisi rischia di aggravarsi nelle prossime settimane, con il rischio di chiusura di altre aziende contoterziste, quando diventeranno operative la maggior parte delle richieste di sospensione della produzione avanzate dalle imprese committenti”.