“Chi ha perso faccia i conti con la sconfitta, chi ha vinto dimostri di saper amministrare"
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SIENA. Da Fulvio Mancuso riceviamo e pubblichiamo.
“A quasi un mese di distanza dal risultato delle elezioni amministrative del Comune di Siena, mi pare di poter dire che la campagna elettorale non sia finita, nella testa, nelle esternazioni e nell’agire di molti. Da una parte e dall’altra. Si può essere contenti e soddisfatti oppure delusi ed arrabbiati. Ma chi ha perso dovrebbe avviare una profonda riflessione critica da cui ripartire per mettere insieme idee, relazioni politiche e sociali disperse, rapporto con la città, dialogo, studio ed elaborazione di proposte costruttive ed utili per Siena e di metodi di monitoraggio e controllo: insomma, mettere in campo tutti gli strumenti necessari per fare un’opposizione seria che prepari, con il tempo, un’alternativa di governo più convincente. E magari che strutturi le basi per creare gruppi dirigenti preparati e credibili. Peraltro, tutto questo appare tanto più necessario proprio partendo dal presupposto della buona azione amministrativa dei cinque anni precedenti, che evidentemente, come alcuni avevano evidenziato da tempo, non è risultata sufficiente per ottenere il giudizio positivo della maggioranza degli elettori.
D’altra parte, chi ha vinto, finiti i festeggiamenti e la più che comprensibile esultanza per il risultato storico raggiunto, dovrà mettersi alla prova con il lavoro, ben più duro della propaganda “antisistema”, che comporta la responsabilità di amministrare una città come Siena. Una città che ora si aspetta, oltre che il promesso “cambiamento” (tutto da dimostrare e per il momento piuttosto claudicante), di toccare con mano progetti e azioni concrete per il rilancio della città, tanto declamate “per titoli” in campagna elettorale. Insomma, anche per chi ha vinto “ruit hora, labora!” (il tempo passa, mettiti al lavoro!) e non basterà più il canto della riscossa contro il propagandato “disastro” degli anni che furono né qualche sortita ad effetto, magari anche comprensibile ma insufficiente.
Purtroppo, osservo che, per ora, su entrambi i fronti si preferisce non fare i conti con la realtà: le elezioni si sono tenute, la campagna elettorale è finita.
Ora il capitolo della storia è un altro e si deve decidere come scriverlo”.