Il membro dell
SIENA. Da Fulvio Mancuso, componente dell’esecutivo comunale del PD di Siena, riceviamo e pubblichiamo.
“Il tratto distintivo della forza storica di una città, il grado di civismo e di coesione di una comunità si misurano, più che mai, nei momenti di difficoltà. La delibera unanime del consiglio comunale del 29 novembre scorso con la quale il sindaco Franco Ceccuzzi ha raccolto un mandato unitario rispetto al suo appello alla coesione della città in merito all’eccezionale momento che sta attraversando la Fondazione MPS, dimostra tutto questo.
La dialettica politica e le divisioni, anche aspre, sono il sale della dinamica democratica – quando non divengono degenerazione patologica – e creano le premesse della sintesi da tradurre in azioni di governo. Non possono tuttavia prescindere dalla condivisa consapevolezza che quando, per ragioni largamente esogene ma non solo, è in gioco l’intero patrimonio istituzionale ed economico costruito nei secoli, l’inclusività nel dibattito, senza distinzioni di collocazione o di riferimento sociale, deve essere massima.
Il Pd di Siena ha preso atto con soddisfazione di questa comune assunzione di responsabilità istituzionale e, con convinzione e per il dovere che porta quale partito di maggioranza relativa, l’ha sostenuta approfondendo il confronto e incontrando tutte le forze politiche, sia di maggioranza che di opposizione. Pur rimarcando la distinzione naturale e necessaria dei ruoli, la diversità, talora anche netta, di visioni, retrospettive e prospettiche, non può non essere valorizzata la positività di un metodo – quello del confronto appunto – orientato al dibattito serrato, duro però costruttivo, focalizzato alla cura del bene comune e meno a quello di parte. Un metodo che ha positivamente aperto, pur nelle difficoltà del momento, una fase nuova della politica cittadina: le forze che hanno il complicato dovere di governare e quelle che hanno il distinto ma altrettanto complesso compito dell’opposizione, possono ora mostrare il coraggio, come in questa occasione, di sostenere un confronto che eleva il livello del dibattito, rafforza la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e nella politica e favorisce la necessaria emersione di future classi dirigenti all’altezza del ruolo a cui sono chiamati.
Tutto questo oggi è possibile con la responsabilità che di chi è chiamato a decidere, ma anche archiviando il clima politico degli anni passati, basato, da taluni, sul sistematico ricorso alla delazione e all’uso della macchina del fango.
Il vento dell’antipolitica nel nostro Paese è sempre più forte e la sua potenza vorticosa rischia di spazzare via, insieme con alcuni mali profondi della politica, le fondamenta della vita democratica. In questa prospettiva, il senso diffuso dell’inutilità e dell’inefficacia della politica potrà rientrare soltanto se la politica stessa sarà in grado di uscire dall’angolo nel quale è costretta da molti anni di regresso culturale e morale. Siena, anche con le scelte e le posizioni di recente assunte, sta dando prova di saper mettere in campo una politica che vuole non subire ma governare i processi di crisi che la città e tutto il territorio provinciale, nelle sue massime espressioni istituzionali, attraversano. Fermandosi, doverosamente, laddove iniziano le competenze e le responsabilità altrui: competenze e responsabilità che certamente si sono appalesate in talune posizioni, meno in talaltre e che, dunque, nel futuro (che è già in parte cominciato), dovranno essere nel complesso corroborate. Ne gioverà la salutare distinzione di ruoli e di compiti tra istituzioni che hanno missioni differenti, ne gioveranno l’immagine ed il prodotto dell’attività di quelle istituzioni, e soprattutto ne gioveranno i cittadini”.
“Il tratto distintivo della forza storica di una città, il grado di civismo e di coesione di una comunità si misurano, più che mai, nei momenti di difficoltà. La delibera unanime del consiglio comunale del 29 novembre scorso con la quale il sindaco Franco Ceccuzzi ha raccolto un mandato unitario rispetto al suo appello alla coesione della città in merito all’eccezionale momento che sta attraversando la Fondazione MPS, dimostra tutto questo.
La dialettica politica e le divisioni, anche aspre, sono il sale della dinamica democratica – quando non divengono degenerazione patologica – e creano le premesse della sintesi da tradurre in azioni di governo. Non possono tuttavia prescindere dalla condivisa consapevolezza che quando, per ragioni largamente esogene ma non solo, è in gioco l’intero patrimonio istituzionale ed economico costruito nei secoli, l’inclusività nel dibattito, senza distinzioni di collocazione o di riferimento sociale, deve essere massima.
Il Pd di Siena ha preso atto con soddisfazione di questa comune assunzione di responsabilità istituzionale e, con convinzione e per il dovere che porta quale partito di maggioranza relativa, l’ha sostenuta approfondendo il confronto e incontrando tutte le forze politiche, sia di maggioranza che di opposizione. Pur rimarcando la distinzione naturale e necessaria dei ruoli, la diversità, talora anche netta, di visioni, retrospettive e prospettiche, non può non essere valorizzata la positività di un metodo – quello del confronto appunto – orientato al dibattito serrato, duro però costruttivo, focalizzato alla cura del bene comune e meno a quello di parte. Un metodo che ha positivamente aperto, pur nelle difficoltà del momento, una fase nuova della politica cittadina: le forze che hanno il complicato dovere di governare e quelle che hanno il distinto ma altrettanto complesso compito dell’opposizione, possono ora mostrare il coraggio, come in questa occasione, di sostenere un confronto che eleva il livello del dibattito, rafforza la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e nella politica e favorisce la necessaria emersione di future classi dirigenti all’altezza del ruolo a cui sono chiamati.
Tutto questo oggi è possibile con la responsabilità che di chi è chiamato a decidere, ma anche archiviando il clima politico degli anni passati, basato, da taluni, sul sistematico ricorso alla delazione e all’uso della macchina del fango.
Il vento dell’antipolitica nel nostro Paese è sempre più forte e la sua potenza vorticosa rischia di spazzare via, insieme con alcuni mali profondi della politica, le fondamenta della vita democratica. In questa prospettiva, il senso diffuso dell’inutilità e dell’inefficacia della politica potrà rientrare soltanto se la politica stessa sarà in grado di uscire dall’angolo nel quale è costretta da molti anni di regresso culturale e morale. Siena, anche con le scelte e le posizioni di recente assunte, sta dando prova di saper mettere in campo una politica che vuole non subire ma governare i processi di crisi che la città e tutto il territorio provinciale, nelle sue massime espressioni istituzionali, attraversano. Fermandosi, doverosamente, laddove iniziano le competenze e le responsabilità altrui: competenze e responsabilità che certamente si sono appalesate in talune posizioni, meno in talaltre e che, dunque, nel futuro (che è già in parte cominciato), dovranno essere nel complesso corroborate. Ne gioverà la salutare distinzione di ruoli e di compiti tra istituzioni che hanno missioni differenti, ne gioveranno l’immagine ed il prodotto dell’attività di quelle istituzioni, e soprattutto ne gioveranno i cittadini”.