"Certo abbiamo esercitato anche il nostro ruolo di azionisti – prosegue Mancini – quando abbiamo auspicato che il dividendo venisse erogato. Un dovere a cui non ci siamo sottratti anche per un senso di responsabilità verso la comunità a cui la Fondazione fa riferimento. Nonostante ciò la fiducia che ci lega al management della banca e al suo modo di operare ci fa peraltro accogliere in modo positivo la delibera presa".
"La mancata possibilità di usufruire di dividendi non ci coglie impreparati, e proprio in previsione di questa eventualità avevamo impostato la nostra azione con significativi accantonamenti rafforzando il fondo di stabilizzazione delle erogazioni per poter fare fronte, per quanto possibile, alle attività istituzionali. Un’attività che continueremo ad esercitare, anche se dovrà confrontarsi con minori risorse. Sarà uno stimolo per elevare ulteriormente la qualità dei progetti, su cui indirizzare il nostro sostegno. Privilegiando quei settori di intervento ritenuti strategici. La Fondazione continuerà ad agire non come un “forziere indistinto”, ruolo che ha sempre rifiutato, ma quale motore di sviluppo, privilegiando iniziative coerenti con l’attuale congiuntura e intensificando ulteriormente il proprio ruolo di sussidiarietà a fianco delle istituzioni e dell’intera società senese".
"Tutto ciò – conclude il presidente della Fondazione Mps – nella consapevolezza che il sacrificio di oggi costituisce la base per ulteriori obiettivi di sviluppo di Banca Mps che abbiamo sempre perseguito ed appoggiato, consapevoli e convinti che la prospettiva di lungo termine ci darà ragione".