
di Augusto Mattioli
SIENA. Gabreillo Mancini, presidente della Fondazione Monte dei Paschi, intervenendo all'assemblea degli azionisti in corso oggi, ritiene necessario “Il ritorno ad una redditività che non solo permetta il rafforzamento e la crescita delle banca ma anche un’equa remunerazione per gli azionisti; in sostanza è il punto fondamentale e lo è tanto più per chi, come la Fondazione, ha sempre fatto la propria parte dell’opera di rafforzamento e di stabilizzazione del Monte negli ultimi anni”.
La Fondazione Mps detiene il 45,68% del capitale ordinario e del 54,86% del capitale votante. Mancini ha aggiunto che la Fondazione “ha sempre appoggiato concretamente e con fiducia le scelte operate dal consiglio, certa del fatto che, nel medio termine, possa essere ripagato quanto seminato con frutti concreti. L’obiettivo di fondo resta lo stesso: una banca che cresca e crei valore per gli azionisti – pur restando autonoma – in modo da rappresentare la sua indipendenza strategica”.
Mancini ha spiegato che “proprio in quest’ottica, da investitori istituzionali che guardano al lungo periodo e non a giornaliere palpitazioni di borsa, abbiamo compreso e accolto la decisione della banca di non distribuire quest’anno i dividendi”. il presidente della Fondazione ha poi puntualizzato che il rafforzamento del patrimonio “è infatti garanzia di quella continuità di crescita per la quale abbiamo sempre operato, anche aderendo ad importanti decisioni strategiche che, non lo nego, hanno imposto alla Fondazione sforzi rilevanti”.
La rinuncia ai dividendi è un sacrificio che la Fondazione Mps ma anche le istituzioni e la comunità senese hanno accettato per rafforzare il patrimonio della Banca “sempre che esso ha dichiarato Mancini – si situi in un percorso chiaro, finalizzato al raggiungimento di un obiettivo specifico, che è quello, più volte ricordato, di un ritorno solerte ad una maggiore e più solida redditività sia ad un'adeguata politica di remunerazione del capitale investito dagli azionisti. Non è infatti possibile – ha avvertito – che gli azionisti (e in primo luogo la Fondazione) si trovino a sostenere, nei prossimi anni, ulteriori sforzi, se questi non saranno preceduti da uno stabile e congruo ritorno economico. Il prossimo piano industriale – elemento per noi essenziale – dovrà dunque progettare una banca equilibrata, coesa e redditizia, proseguendo nell’ottimizzazione dell’ingente investimento fatto in Antonveneta. Basandosi su questi obiettivi – ha concluso il presidente – e sull’effettivo rispetto di questi valori la Fondazione ancora di più di quanto non fatto oggi, monitorerà costantemente l’implementazione del nuovo piano e il raggiungimento dei risultati”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
SIENA. Gabreillo Mancini, presidente della Fondazione Monte dei Paschi, intervenendo all'assemblea degli azionisti in corso oggi, ritiene necessario “Il ritorno ad una redditività che non solo permetta il rafforzamento e la crescita delle banca ma anche un’equa remunerazione per gli azionisti; in sostanza è il punto fondamentale e lo è tanto più per chi, come la Fondazione, ha sempre fatto la propria parte dell’opera di rafforzamento e di stabilizzazione del Monte negli ultimi anni”.
La Fondazione Mps detiene il 45,68% del capitale ordinario e del 54,86% del capitale votante. Mancini ha aggiunto che la Fondazione “ha sempre appoggiato concretamente e con fiducia le scelte operate dal consiglio, certa del fatto che, nel medio termine, possa essere ripagato quanto seminato con frutti concreti. L’obiettivo di fondo resta lo stesso: una banca che cresca e crei valore per gli azionisti – pur restando autonoma – in modo da rappresentare la sua indipendenza strategica”.
Mancini ha spiegato che “proprio in quest’ottica, da investitori istituzionali che guardano al lungo periodo e non a giornaliere palpitazioni di borsa, abbiamo compreso e accolto la decisione della banca di non distribuire quest’anno i dividendi”. il presidente della Fondazione ha poi puntualizzato che il rafforzamento del patrimonio “è infatti garanzia di quella continuità di crescita per la quale abbiamo sempre operato, anche aderendo ad importanti decisioni strategiche che, non lo nego, hanno imposto alla Fondazione sforzi rilevanti”.
La rinuncia ai dividendi è un sacrificio che la Fondazione Mps ma anche le istituzioni e la comunità senese hanno accettato per rafforzare il patrimonio della Banca “sempre che esso ha dichiarato Mancini – si situi in un percorso chiaro, finalizzato al raggiungimento di un obiettivo specifico, che è quello, più volte ricordato, di un ritorno solerte ad una maggiore e più solida redditività sia ad un'adeguata politica di remunerazione del capitale investito dagli azionisti. Non è infatti possibile – ha avvertito – che gli azionisti (e in primo luogo la Fondazione) si trovino a sostenere, nei prossimi anni, ulteriori sforzi, se questi non saranno preceduti da uno stabile e congruo ritorno economico. Il prossimo piano industriale – elemento per noi essenziale – dovrà dunque progettare una banca equilibrata, coesa e redditizia, proseguendo nell’ottimizzazione dell’ingente investimento fatto in Antonveneta. Basandosi su questi obiettivi – ha concluso il presidente – e sull’effettivo rispetto di questi valori la Fondazione ancora di più di quanto non fatto oggi, monitorerà costantemente l’implementazione del nuovo piano e il raggiungimento dei risultati”.
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