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SIENA. Da Patrizia Madotto del PdL di Siena riceviamo e pubblichiamo.
“Per una città la nomina a Capitale europea della cultura costituisce sicuramente uno dei più prestigiosi e visibili avvenimenti culturali europei. Il titolo di «Capitale europea della cultura» è stato ideato per contribuire al ravvicinamento… dei popoli europei, l’obiettivo primario: valorizzare la ricchezza, la diversità delle culture del vecchio continente e i loro tratti comuni, migliorare la conoscenza che i cittadini europei hanno gli uni degli altri, favorire la presa di coscienza dell’appartenenza ad una medesima comunità «europea». Tale nomina può comportare per una città enormi vantaggi in termini culturali, sociali ed economici sia durante l’anno della manifestazione che in quelli successivi.
Si tratta di un’opportunità unica per rigenerare la città, modificarne l’immagine e farla conoscere meglio sul piano europeo e internazionale allo scopo di sviluppare le potenzialità turistiche aumentando l’inclusione sociale e sviluppando un forte dialogo interculturale.
Tuttavia i vantaggi non sono automatici. Dopo la nomina la città deve mettere in opera efficacemente tutto ciò che è necessario allo svolgimento della manifestazione in modo da ottenere il massimo dei vantaggi da tale evento. Pertanto è doveroso essere realisti: una città che ambisce ad affrontare adeguatamente l’onere che questo riconoscimento comporta deve disporre di tutti i mezzi necessari per arginare i problemi che potrebbero sorgere nel corso della manifestazione come critiche, delusioni e difficoltà finanziarie. Spesso gli insuccessi sono dovuti a punti deboli nella gestione del progetto o del finanziamento della manifestazione da parte degli enti pubblici. L’importo del finanziamento pubblico effettivamente investito nella manifestazione costituisce naturalmente un rischio e richiede precise garanzie che le cifre impegnate saranno mantenute in seguito. Senza dimenticare che, dato che la portata e l’ampiezza dell’evento sono considerevoli, vi sono dei requisiti necessari e rigorosi per ottenere il titolo, sia dal punto di vista artistico che da quello culturale.
La dimensione europea della manifestazione risulta dal suo inserimento nell’azione culturale europea e da un’adeguata associazione delle istituzioni europee e delle loro politiche. Ad esempio, viene incoraggiata ogni azione concreta organizzata in una Capitale che sia in sintonia con le tre priorità del programma-quadro in materia culturale (chiamato: programma “Cultura”). Tali priorità sono:
- La promozione della mobilità transnazionale delle persone che operano nel settore culturale;
- il sostegno alla circolazione transnazionale delle opere e dei prodotti artistici e culturali;
- il sostegno al dialogo interculturale.
Una città non viene designata Capitale unicamente per il programma di eventi culturali particolari che propone di organizzare nel corso dell’anno in questione, che dovrà essere un anno eccezionale (alcune città hanno voluto riunire una serie di avvenimenti eterogenei candidandosi a Capitale europea della cultura in base a manifestazioni culturali ospitate in maniera ricorrente dalla città, ovvero «semplicemente» sulla base del loro patrimonio architettonico, e tali candidature sono state scartate); il successo della manifestazione non dipende solamente dalla qualità del programma, dall’impegno delle autorità pubbliche, in particolare in termini di finanziamento, e dalla partecipazione degli interlocutori sociali ed economici della città ma anche per ciò che quella comunità è e per quanto ha fatto. L’amministrazione senese cosa ha fatto in questi anni e cosa sarà in grado di fare nel futuro per rendere questa candidatura credibile???
Ritengo che, sebbene in passato Siena abbia avuto tutte le credenziali per poter concorrere ad un simile riconoscimento, ad oggi dopo anni di gestione fallimentare in ogni settore, compreso quello della cultura, un tale riconoscimento sia difficilmente raggiungibile. Se davvero l’amministrazione intende spendersi per questo obiettivo, riveda i capitoli del bilancio destinati al sostegno alla cultura; investa nel tessuto produttivo culturale della nostra città anziché invocare Messia… Visto anche il grave dissesto universitario, in cui versiamo… L’unica strada per poter invertire questa tendenza è un radicale cambio di passo. Ma questa amministrazione si è sempre dimostrata sorda verso il grido di allarme…
Dunque questa candidatura rappresenta solo una fumosa manovra dell’amministrazione comunale finalizzata a riabilitare nell’opinione pubblica la propria immagine e il proprio consenso se non addirittura l’ennesimo tentativo di dar vita a qualche altro carrozzone di consulenti per fingere di far vivere questa proposta che, persistendo lo status quo, non ha alcuna possibilità concreta di essere accolta.