Lo chiede l'associazione In Campo
SIENA. Dall’Associazione In Campo riceviamo e pubblichiamo.
“L’Unesco ha iscritto Siena nella world heritage list sin dal 1995, confermandola patrimonio dell’umanità, ed è l’unica tra le provincie italiane che possa vantare addirittura quattro siti Unesco: oltre a Siena, San Gimignano, Pienza e la Valdorcia.
Soprattutto la cultura è a tutti gli effetti un’industria, di importanza strategica nelle economie contemporanee, che oltre a costituire un importante valore di civiltà, rappresenta una risorsa strategica fondamentale per la crescita economica dei territori e delle imprese che vi insistono, con creazione di posti di lavoro soprattutto per i giovani. È dimostrato da importanti studi e ricerche che ogni 1 euro investito in cultura produca almeno 5 euro di ricchezza finale che rimane nel territorio.
A Siena però il Sindaco ha ritenuto superfluo nominare un assessore alla cultura, a torto secondo noi.
Una circostanza che ha suscitato notevoli critiche anche dalla stampa nazionale, a nostro parere a ragione.
In Campo ritiene che l’assessore alla cultura in un Comune come Siena debba essere una delega specifica e prioritaria, da individuare tra persone che abbiano una competenza specifica per assolvere a tale incarico.
Invece il primo cittadino ha tenuto per se tale delega di fondamentale importanza, che svolge alternandola tra il suo lavoro di avvocato, e altre deleghe non meno importanti, sulle Società partecipate e sul Palio. Sulle Partecipate per ora De Mossi si è distinto per uno spoil system “disinvolto”. Sul Palio potrebbe passare alla storia per i 9 anni di squalifica comminati agli alfieri della contrada avversaria.
Sulla cultura per ora di significativa c’è stata solo l’iniziativa di non rinnovare l’incarico al Direttore Pitteri, senza che fosse pronto un piano B e neanche un bando. E non è una buona notizia.
Quello che chiediamo, e chiederemo alla maggioranza consiliare è: Siena non merita un assessore alla cultura a tempo pieno?”