Lo chiede Confronti preoccupata che il ministro sia "distratto" da Bankit
SIENA. Dall’associazione Confronti riceviamo e pubblichiamo.
“Dal primo incontro coi sindacati emerge dunque la conferma della salvaguardia del perimetro delle attività del Monte, nel nuovo piano industriale varato dall’AD Lovaglio. Scongiurato il famigerato spezzatino, dunque, occorre vigilare affinché allo smembramento non si sostituisca la morte per consunzione, per la più antica banca del mondo. I 3500 esuberi programmati possono, infatti, essere un colpo mortale per una banca che vuole tornare competitiva nella raccolta e negli impieghi. Se non adeguatamente compensati. Ma questo è lavoro delle organizzazioni sindacali, appunto, che già hanno messo opportunamente la questione sul tavolo.
Quel che preme rilanciare è la necessità di una attenzione costante alla interlocuzione con Bruxelles e Francoforte sulla rinegoziazione dei tempi per la privatizzazione. Perché negli ultimi mesi moltissimo è cambiato sullo scenario economico europeo e mondiale. L’elenco di cosa è successo lo conosciamo tutti: guerra, costo dell’energia, carenza materie prime. Freni per una ripresa economica post Covid che immaginavamo lunga. Incosciente immaginare l’uscita dello Stato da MPS nel breve periodo. Di questo dovrebbe occuparsi la commissione parlamentare banche che audirà Lovaglio.
Anche se il ‘mossiere’ della trattativa non potrà che essere il ministro Franco.
E allora ci preoccupa non poco leggere delle sue ‘distrazioni’ verso la successione al governatore Visco. Non vorremo che, fra questa sua legittima aspirazione e le difficoltà – economiche e politiche – di costruire la prossima finanziaria, egli non prestasse la dovuta attenzione al dossier Monte. Acconsentendo a soluzioni esiziali per la banca. Perché senza la massima attenzione, anche il ‘Palio’ di MPS rischierebbe di andare a finire male!“.