Covenant e altre storie di manipolazione del titolo MPS in Borsa
di Red
SIENA. Con consistente ritardo Gabriello Mancini è entrato nel novero di quelli che hanno pensato, forse sbagliando, che il finanziamento per coprire l’aumento di capitale dello scorso luglio fosse un trabocchetto ben studiato.
Questa la nota dell’Asca: ”Noi ci sentiamo parte lesa”, così fonti vicine alla Fondazione Mps guidata dal presidente Gabriello Mancini, commentano l’indagine aperta dalla magistratura sulle ipotesi di reato di manipolazione del titolo Mps e ostacolo alla vigilanza”.
In presenza di un covenant (articolo capestro) che avrebbe favorito i finanziatori nei confronti di Palazzo Sansedoni nel caso di un deprezzamento super del titolo MPS – ipotesi improbabile per gli advisors, ma che si è puntualmente verificata – si è sempre detto che così sarebbe andata a finire, come le classiche storie degli usurai che ci raccontano le campagne di comunicazione sociale. A gennaio 2012 (con il titolo a 0,19 euro dallo 0,5830 del 4 luglio 2011) se i dodici creditori (capeggiati da Mediobanca) avessero voluto riscuotere il finanziamento (e le carte bollate in questo senso erano già partite), è probabile che la Fondazione si ritroverebbe oggi a stento proprietaria del 15% del Monte…
Intanto è in arrivo un’altra giornata campale della recente storia senese: martedì 15 maggio 2012. In Comune si dovrebbe ri-votare il bilancio consuntivo; in Fondazione scade lo standstill concesso dai creditori; in banca si presenta al mondo degli investitori finanziari la prima trimestrale dell’anno. Se una delle ultime due andasse male, si aprirebbero scenari spiacevoli per tutti. Per Palazzo Pubblico comincerebbe un anno di commissariamento utile per far emergere nelle varie formazioni politiche cittadine candidati veramente nuovi con il tempo necessario per farsi conoscere dalla popolazione e arrivare alle urne con personaggi ben strutturati, e non inconsapevoli outsiders senza spessore politico.