"Non siamo sorpresi da quello che leggiamo sui giornali: semmai è la tempistica a lasciarci perplessi"
SIENA. Dal Movimento 5 Stelle di Siena eiceviamo e pubblichiamo.
“Premesso che nessuno, secondo il nostro ordinamento giudiziario, può essere considerato colpevole fino a sentenza definitiva, era evidente che la candidatura di Salvatore Caiata nelle file del Movimento 5 Stelle in Basilicata fosse quantomeno inopportuna. Non tanto per le chiacchiere sul suo conto (quelle lasciano, per adesso, il tempo che trovano) quanto per le sue frequentazioni politiche e imprenditoriali, lontanissime dal modo di essere del MoVimento, oltre al fatto che lo stesso Caiata non lo aveva mai sostenuto o frequentato in precedenza.
Per questo ci siamo attivati avendo cura di informare a tempo debito e nei modi previsti, i livelli “superiori” del Movimento 5 Stelle, regionale e nazionale, relativamente alle possibili problematiche legate a una tale candidatura. Avevamo ragione, ma non ci hanno ascoltato.
Non siamo per nulla sorpresi da quello che oggi leggiamo su tutti i giornali: semmai è la tempistica a lasciarci perplessi. Evidentemente i sondaggi – quelli veri – prevedono un successo clamoroso per il Movimento 5 Stelle e questo costringe il “sistema” a sparare adesso tutte le sue cartucce.
Avevamo ragione su tante cose, non solo su questo. I massoni, gli indagati, i candidati scorretti e i “cacciatori di poltrone” che riempiono le liste dei partiti, non possono, non devono far parte delle nostre. Quindi qualcuno ha sbagliato, e qualcuno deve spiegare, assumendosi la responsabilità dei propri errori.
Per l’onorabilità del Movimento 5 Stelle, per rispetto dei suoi valori e dei suoi principi fondanti così cari agli attivisti della prima ora, e per tutelare il nostro progetto politico in un momento così delicato, è necessario che chi ha sbagliato faccia un passo indietro. Adesso, non dopo, perché “onestà” e “trasparenza” sono i primi fra quei valori.
Chiediamo e ci aspettiamo la rinuncia al ruolo di chi ha deciso e, come in altri casi, ha sbagliato: non importa chi e quanto in alto, non importa dove, se in Toscana, in Basilicata o forse addirittura a Roma. Chi ha sbagliato rinunci alla “carica”, perché il MoVimento non ha bisogno di “apprendisti stregoni”, arroganti quanto poveri di talento, ma al contrario di umili portavoce capaci di ascoltare la base, obbligati a farlo dal principio della democrazia dal basso, e di mettere a frutto l’intelligenza collettiva di un’intera, grande comunità, valorizzando la capillare conoscenza dei fatti e delle persone da parte dei territori.
Al servizio di un bellissimo sogno che, ora più che mai, appare possibile”.