SIENA.Dai portavoce M5S delle province di Siena ed Arezzo riceviamo e pubblichiamo.
“Oggi è un giorno di speranza e di soddisfazione. Di speranza perché i cittadini hanno adesso gli strumenti per guardare con occhi diversi coloro che ci hanno amministrato fino ad oggi. Di soddisfazione perché due anni abbondanti di avvisi, incontri pubblici e informali con i sindaci, interrogazioni, mozioni e solleciti del M5S,inascoltati ed osteggiati dai nostri amministratori (sic!) vengono riconosciuti da indagini della magistratura e dall’ANAC.
Quando l’autorità giudiziaria e quando, cosa ancor più grave, l’Autorità Nazionale Anticorruzione è costretta ad intervenire per porre rimedio a delle criticità evidenti a tutti da molto tempo, vuol dire che la politica ha perso il suo ha abdicato al suo ruolo.
Ieri ci sono stati ulteriori sviluppi sulla scandalosa vicenda della gestione dei Rifiuti in Toscana. Dopo l’intervento della Procura fiorentina che ha posto il Direttore Generale di ATO SUD ai domiciliari e sospeso gli amministratori di SEI Toscana e Sienambiente, siamo venuti a sapere che l’ANAC ha adottato “Misure straordinarie di gestione, sostegno e monitoraggio” nei riguardi delle due società. Questa è la chiara manifestazione dell’incapacità di amministrare. E’ il fallimento totale di un sistema, talmente impantanato nella propria autoreferenzialità, che non è più in grado di resettarsi e ripartire nella giusta direzione.
E’ il fallimento di questa malsana politica. Perché è evidente che essa non solo non è in grado di gestire la Cosa Pubblica, ma nemmeno di controllare coloro a cui delega tale responsabilità. Ancora adesso questi amministratori insistono nella stessa azione politica volta a garantire NON gli interessi dei cittadini, ma solo la propria posizione di governo. Lo dimostra chiaramente la nomina a Direttore Generale del braccio destro dell’ing. Corti, in barba al principio di precauzione e con l’unico scopo di preservare un sistema consolidato. Nell’interesse di chi? Non certo dei cittadini!
Ricordiamo che il GIP descrive il direttore dimissionario come colui che “con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, metteva Ia sua funzione pubblica a disposizione…” degli amministratori della Società appaltatrice “favorendoli nella aggiudicazione della gara”.”.