"Ci adopereremo per il bene di Siena", dice De Santi

SIENA. Da Simone De Santi, segretario provinciale dell’UDC di Siena, riceviamo e pubblichiamo.
“La bocciatura dal parte del Consiglio Comunale dell’assestamento di bilancio rappresenta l’atto finale di un mandato amministrativo che si chiuderà con il commissariamento del Comune di Siena. Da una anno a questa parte tutte le maggiori istituzioni di Siena versano in una situazione che non è enfasi definire drammatica. L’Università sul baratro, La banca che cerca con grande fatica di attuare un piano industriale di rilancio, la Fondazione non più in grado di garantire le risorse perché altamente indebitata. In questa fase di vera emergenza, ci chiediamo se fino in fondo ci sia la consapevolezza di quante cose sono destinate a cambiare e di quanto sarà difficile mantenere il livello di qualità della vita a cui i Senesi sono abituati. In provincia di Siena, e quindi non su marte, ma a pochi chilometri dalla città, la messa in liquidazione di aziende importanti per il nostro tessuto produttivo, sono già realtà e non una pessimistica previsione.
In un quadro così negativo l’Unione di Centro riteneva che Siena, le sue istituzioni, le associazioni di categoria, i semplici cittadini a partire proprio dai più svantaggiati, avessero, adesso come non mai, bisogno di un comune forte, dove ognuno al di là degli schieramenti e alla luce del sole, desse il suo apporto alla soluzione dei problemi più urgenti. Ciò che con grande difficoltà sta cercando di fare a livello nazionale il governo tecnico di Monti poteva e doveva essere tentato anche da noi.
La rottura avvenuta all’interno della maggioranza ha privato Siena della sua maggiore istituzione. Questo è un fatto inopinabilmente grave, a prescindere dalle ragioni che lo hanno provocato e mette la città in una posizione di grande debolezza di fronte alle difficili sfide del presente e del futuro prossimo. Chi gioisce di questa situazione, al di là delle normali e giuste contrapposizioni politiche, non dimostra comprensione della reale e tangibile gravità dei problemi che pesano su Siena. Per quanto ci riguarda, abbiamo la coscienza tranquilla, avendo fatto tutto il possibile per evitare il commissariamento. Ritenevamo più utile, nell’interesse della città, affrontare i prossimi durissimi mesi con l’amministrazione nel pieno dei suoi poteri, per andare poi alle elezioni nella prossima primavera. Anche per quanto riguarda il voto sulla manovra di assestamento di bilancio, con senso autenticamente civico abbiamo dato il nostro contributo leale nei confronti della Città e dell’idea che abbiamo di essa. Non apparteniamo e non apparterremo mai alla schiera di coloro che professano il tanto peggio tanto meglio. Da Confesercenti, a Confcommercio, da Confartigianato a CNA, da Confindustria alla CGL, da Lega coop a Confcooperative, tutte le categorie avevano fatto appello al senso di responsabilità affinché con l’approvazione d questo documento si consentisse al commissario di poter lavorare al meglio per mantenere i servizi e i livelli occupazionali esistenti. Non si trattava di piccoli interessi di bottega ne di sterili speculazioni politiche si trattava di fare il bene di Siena. Per questo ci siamo adoprati e sempre ci adopreremo”.
“La bocciatura dal parte del Consiglio Comunale dell’assestamento di bilancio rappresenta l’atto finale di un mandato amministrativo che si chiuderà con il commissariamento del Comune di Siena. Da una anno a questa parte tutte le maggiori istituzioni di Siena versano in una situazione che non è enfasi definire drammatica. L’Università sul baratro, La banca che cerca con grande fatica di attuare un piano industriale di rilancio, la Fondazione non più in grado di garantire le risorse perché altamente indebitata. In questa fase di vera emergenza, ci chiediamo se fino in fondo ci sia la consapevolezza di quante cose sono destinate a cambiare e di quanto sarà difficile mantenere il livello di qualità della vita a cui i Senesi sono abituati. In provincia di Siena, e quindi non su marte, ma a pochi chilometri dalla città, la messa in liquidazione di aziende importanti per il nostro tessuto produttivo, sono già realtà e non una pessimistica previsione.
In un quadro così negativo l’Unione di Centro riteneva che Siena, le sue istituzioni, le associazioni di categoria, i semplici cittadini a partire proprio dai più svantaggiati, avessero, adesso come non mai, bisogno di un comune forte, dove ognuno al di là degli schieramenti e alla luce del sole, desse il suo apporto alla soluzione dei problemi più urgenti. Ciò che con grande difficoltà sta cercando di fare a livello nazionale il governo tecnico di Monti poteva e doveva essere tentato anche da noi.
La rottura avvenuta all’interno della maggioranza ha privato Siena della sua maggiore istituzione. Questo è un fatto inopinabilmente grave, a prescindere dalle ragioni che lo hanno provocato e mette la città in una posizione di grande debolezza di fronte alle difficili sfide del presente e del futuro prossimo. Chi gioisce di questa situazione, al di là delle normali e giuste contrapposizioni politiche, non dimostra comprensione della reale e tangibile gravità dei problemi che pesano su Siena. Per quanto ci riguarda, abbiamo la coscienza tranquilla, avendo fatto tutto il possibile per evitare il commissariamento. Ritenevamo più utile, nell’interesse della città, affrontare i prossimi durissimi mesi con l’amministrazione nel pieno dei suoi poteri, per andare poi alle elezioni nella prossima primavera. Anche per quanto riguarda il voto sulla manovra di assestamento di bilancio, con senso autenticamente civico abbiamo dato il nostro contributo leale nei confronti della Città e dell’idea che abbiamo di essa. Non apparteniamo e non apparterremo mai alla schiera di coloro che professano il tanto peggio tanto meglio. Da Confesercenti, a Confcommercio, da Confartigianato a CNA, da Confindustria alla CGL, da Lega coop a Confcooperative, tutte le categorie avevano fatto appello al senso di responsabilità affinché con l’approvazione d questo documento si consentisse al commissario di poter lavorare al meglio per mantenere i servizi e i livelli occupazionali esistenti. Non si trattava di piccoli interessi di bottega ne di sterili speculazioni politiche si trattava di fare il bene di Siena. Per questo ci siamo adoprati e sempre ci adopreremo”.