Impegnati nel valzer delle poltrone, i politici lasciano solo il direttore generale
di Red
SIENA. La partecipazione dei dipendenti MPS alle riunioni sindacali succedutesi in questi giorni concitati, come mai nella storia della banca, a detta dei sindacalisti ieri in viale Mazzini, è stata altissima ovunque. In particolare nella città sede della banca, superando ampiamente la capacità di posti dell’auditorium e del cortile adiacente.
Non è stata compreso, dai più, il motivo della demonizzazione e condanna della stampa autonoma, che – in quanto tale – dà conto ai suoi lettori delle notizie in suo possesso e informa. Senza, anche queste riunioni sarebbero passate inosservate e, come ammesso dagli oratori, il sindacato sarebbe ancora all’oscuro di tutto.
In gioco per i dipendenti c’è sicuramente il contratto integrativo, molto oneroso per la banca, frutto delle contrattazioni di generazioni di bancari, che ha reso la galassia MPS uno degli impieghi più desiderati del mondo creditizio. Da privilegiati a depauperati il passo è breve …
Banca Intesa aveva già provato, lo scorso 2 dicembre 2011, a licenziare 137 dipendenti di Monte Parma, piccola banca catapultata nell’impero milanese di Ca’ de Sass: solo una estenuante difesa sindacale aveva riportato i vertici di Intesa a riconsiderare tutto il piano degli esuberi, ma il contratto integrativo dei lavoratori parmensi è svanito quasi nel nulla: blocco del VAP e dei sistemi incentivanti fino al 2013, riduzione dell’orario di lavoro per solidarietà (5 giornate nel 2012, 5 giornate nel 2013) e la conversione degli straordinari in banca ore.
Il terzo istituto di credito italiano guidato (ancora per poco, si spera nel mondo sindacale) dal presidente Abi Mussari sta facendo a Siena le prove generali: dovesse vincere la linea “padronale” per tutta la categoria dei bancari nazionali potrebbe scendere una notte profonda. Il pullman milanese dei manifestanti di venerdì 16 marzo partirà dalla fermata della Metro Famagosta alle 6:30 del mattino, i dipendenti provenienti dalla Sicilia si faranno due notti in viaggio, treno o pullman che sia, per ribadire che se c’è il marcio non sta nella base dei lavoratori del gruppo, lodata solo pochi mesi fa dal sindaco di Siena e dal presidente della Provincia:
“Siamo certi che il dottor Viola potrà contare sul senso di attaccamento all’azienda che è sempre stato espresso dai dipendenti di Banca Mps e che, nel tempo, si è dimostrato un valore aggiunto rispetto agli altri competitori”.
Preveggenti, sembra, della situazione attuale i due politici senesi?
Mentre il corteo sfilerà per le vie del centro per fermarsi in Piazza Salimbeni sotto le finestre della sede storica, in Banchi di Sotto si giocherà un’altra partita, altrettanto importante, che riguarda la proprietà della banca. Infatti la Deputazione della Fondazione dovrà scegliere i suoi rappresentanti da presentare in lista per l’assemblea che il 28 aprile, in seconda convocazione, nominerà il nuovo CdA di MPS. Tuttavia, nella notte si è fatta avanti l’ipotesi di spostare la Deputazione al sabato mattina, per evitare pericolose coincidenze temporali che possano influire sulle decisioni. Anche se sciopero e formazione della lista viaggiano su due piani paralleli, si condizioneranno a vicenda. La scelta degli uomini chiamati a guidare la banca per il prossimo triennio ci dirà se gli attuali, fortissimi attriti tra la componente ex-Ds e quella ex-Margherita senesi troveranno un punto di compromesso.
Tra chi ha bisogno di Profumo a tutti i costi e la necessità di garantire ad Alfredo Monaci la poltrona alternativa a quella attualmente occupata a Biella in Biverbanca, che sarà venduta per fare cassa, benché non sia facile oggi vendere senza sconto.
Quale sarà la fetta di potere lasciata in mano ai nuovi soci che stanno per arrivare? E che input trasferiranno a Viola, l’estraneo che oggi presidia ormai da solo il fortino con questo cerino acceso in mano? La politica farà di tutto per non mollare un solo grammo di potere e la gestione del rapporto con il sindacato potrebbe rivelarsi così delicata da costringere, nel giro di pochi mesi, per la terza volta una carica esecutiva del gruppo MPS, dopo Parlangeli e Vigni, a fare il capro espiatorio agli sbagli del gruppo.
(Foto Corrado De Serio)