Il dato provinciale dimostra invece che in ogni caso la proposta politica alternativa al PD non può essere rappresentata da liste civiche
SIENA. Abbiamo voluto attendere un giorno in più per commentare i risultati perché eravamo curiosi di vedere le reazioni di chi ha perso, e non abbiamo avuto torto. A Siena il PD è arrivato a festeggiare addirittura la sconfitta della propria proposta politica nazionale e della sua classe dirigente. Gli stessi dirigenti di partito che arrivano persino a fare a gara per il posto del primo tra i perdenti. Forse non se ne sono accorti ma sono stati investiti dalla più sonora bocciatura popolare della storia della Repubblica e vederli gongolare ricorda molto i festanti che ballavano sul Titanic mentre la nave affondava. Per mesi hanno invaso la nazione con una costosa e pressante propaganda elettorale nella speranza di riuscire a distogliere l’elettorato dal vero fine della riforma, cioè un pericoloso attacco ai valori della carta costituzionale. Lo hanno fatto invano, hanno perso e malamente ma, noncuranti di ciò, adesso vorrebbero festeggiare. Questo distacco dalla realtà che vive il PD senese è non solo pittoresco, ma anche preoccupante.
Esso da, infatti, la piena misura della incapacità della loro classe dirigente di essere in contatto con il paese e i cittadini con il risultato evidente di una proposta politica inadatta, se non dannosa, che puntualmente il Paese ha rigettato al mittente. Il dato dell’affluenza nazionale certifica come ci sia un’enorme voglia di cambiamento nel popolo italiano, evidentemente stanco di promesse non mantenute e di una cessione di sovranità nazionale che lo allontana dalle decisioni politiche che incidono sul proprio futuro. Su Siena, il fronte del si ha giocato sulla paura dei tanti che vivono lavorando alla banca MPS, alimentando un sistema di annunci apocalittici sul “giorno dopo”. Se sono comprensibili quegli elettori che, martellati da questo terrorismo sulla paura per il posto di lavoro hanno votato sì, per niente lo sono quei dirigenti di partito che negli anni attraverso politiche scellerate di gestione della cosa comune, hanno ridotto Siena sul lastrico e che oggi vorrebbero pure festeggiare come un successo la loro sonora sconfitta. Non erano elezioni comunali, si è votato su una proposta politica, una visione di paese, una classe dirigente quella del PD che ha trascinato l’Italia in un inutile scontro all’ultimo volantino, dividendo le persone e togliendo prezioso tempo alla soluzione dei problemi reali. Si è votato e hanno perso. E lo hanno fatto con numeri mai visti prima. La più grande sconfitta nella storia repubblicana. Il dato provinciale dimostra invece che in ogni caso la proposta politica alternativa al PD non può essere rappresentata da liste civiche (molte delle quali addirittura funzionali al PD) che, per la loro stessa natura prettamente localistica, appaiono inevitabilmente inadeguate ad interpretare processi politici che avvengono a livello nazionale ed internazionale. L’alternativa al PD deve essere tempestivamente costruita sulla base di un programma elettorale nazionale che vada oltre gli steccati ideologici di contrapposizione destra e sinistra, ormai appartenenti alla memoria storica dello scorso secolo, e che abbia invece come faro politiche a sostegno dei ceti bassi e medi della popolazione, da tempo dimenticati dall’establishment e preda di decisioni ad esclusivo vantaggio dei poteri forti transnazionali. Nel nostro territorio stiamo operando una profonda revisione e formazione della nostra classe dirigente in modo da offrire valide proposte e persone preparate a guidare nel modo migliore i governi nazionali e locali. Si rassegnino i vari Micheli, Masi, Scaramelli, Valentini e tutti gli altri esponenti del PD. Quando sarà il momento di decidere il nuovo governo della città, si troveranno di fronte ad una Lega Nord più forte e più preparata che mai.
Lega Nord sez. prov. di Siena, Lega Nord sez. comunale di Siena