Il Carroccio analizza punto per punto le carenze delle Scotte

SIENA. L’interesse del Partito Democratico aLl’Ospedale di Siena è positivo, poiché assicura alla città continuità nel servizio fornito da uno dei nosocomi più importanti del Centro Italia, che serve non solo Siena ma tante territorialità vicine e lontane. Doveva essere però affrontata prima della costruzione del 5°, del 6° lotto e della DEA l”idea di costruire un nuovo ospedale, viste le enormi deficienze strutturali e infrastrutturali degli attuali edifici, che rendono più costosi adeguamenti, ristrutturazioni, ammodernamenti e manutenzioni rispetto ad una demolizione e ricostruzione degli ambienti, magari con criteri più moderni per la distribuzione logistica dei reparti.
Tuttavia i problemi delle Scotte appaiono essere organizzativi, prima ancora che logistici.
La qualità del personale medico sembra essere diminuita nel tempo, poiché la qualità della vita lavorativa è stata minata negli anni da insoddisfazione profonda, manifestata dai medici nella difficoltà di ottenere standard qualitativi minimi per ottemperare allo svolgimento della professione (carenza o assenza di apparecchiature elettromedicali, materiale di consumo scadente, personale di supporto inadeguato), ed a causa di continue modifiche legislative (dalla legge Bindi Turco in poi, passando attraverso l’accordo Azienda-Università), che si sono tradotte nella difficoltà di ottenere progressioni di carriera e gratifiche economiche e professionali.Nel tempo, poi, si sono inaspriti i problemi derivati dai rapporti che i vertici dell’Azienda hanno intrapreso (meglio dire subìto) dai sindacati: non manca il personale inferieristico, mancano gli INFERMIERI.
Altro problema è stato l’adozione di criteri da bieca burocrazia nella individuazione di indicatori di efficienza dell’Azienda, che ha portato a considerare importanti per la qualità delle cure ospedaliere più i tempi tra ingresso e dimissione del paziente che l’effettivo decorso clinico del malato.
Altro colpo alla qualità dell’assistenza è stato dato dalla cosiddetta “spending review”. L’impressione è che la scelta sui capitoli di spesa da abbattere sia stata effettuata da burocrati negli uffici, non dagli utilizzatori dei beni strumentali e dei materiali di consumo. Tutto ciò instaurato su una già inefficiente supervisione della cosiddetta “Area Vasta”.
Ultimo argomento, la carenza di personale medico rispetto alla domanda di cure presso l’Ospedale. In passato, anche grazie al fatto che il nostro nosocomio è un policlinico universitario, il flusso dei pazienti era facilitato dal fatto che specializzandi, medici interni, docenti di master e scuole di specializzazione e volontari riuscivano a smaltire il carico di lavoro, affidando a queste figure il lavoro ordinario, sempre e comunque sotto la loro supervisione. Questo era anche il motivo (o la scusa) per le mancate nuove assunzioni da parte dell’Azienda. Ad oggi, pare per un risvolto della legge Fornero, l’Azienda si rifiuta di riconoscere queste figure, che determinerebbero un esborso notevole per colpa del dovuto pagamento dei contributi pensionistici. Naturalmente a questa presa di posizione non consegue alcuna volontà di adeguare il numero di medici strutturati alla ingente massa di pazienti, senza contare che l’Università in questa maniera perde la sua funzione di “scuola”, limitandosi così a mero “diplomificio” senza la possibilità di dare continuità alla formazione dei medici al di fuori delle scuole di specializzazione e ai master universitari. In futuro quindi le liste di attesa, già drammatiche per alcune discipline mediche, diverranno insostenibili per i pazienti.
Come è facile capire, tutte queste situazioni trovano un unico comune denominatore nella vittima: il paziente. Le ultime prese di posizione dell’Azienda, supportate dai provvedimenti del governatore Rossi, si spiegano e trovano una chiave di lettura nella volontà di dirottare tutti quei pazienti che hanno bisogno di diagnostica e di piccole prestazioni ambulatoriali verso il mercato nascente e in rapida espansione delle cooperative di medici convenzionati con il servizio sanitario nazionale, dove si inserisce il famoso provvedimento del Ministro della salute Lorenzin che limita la libertà del medico di richiedere esami potenzialmente utili alla salute dei suoi pazienti.
Lega Nord Toscana