SIENA. La chiusura degli uffici postali non sia uno spot elettorale del presidente Rossi. E’ inaccettabile utilizzare i servizi al cittadino come propaganda politica. Nessuna istituzione può sottrarsi dalle responsabilità per un piano di razionalizzazione portato avanti negli anni da Poste italiane Spa. Bisogna riflettere sulle motivazione per le quali quel piano, già condiviso nel 2012 con gli enti locali, risulti oggi insoddisfacente, senza lamentarsi per improvvise tegole cadute sulle nostre teste. In Toscana sono previsti interventi su 80 uffici postali. Poste italiane è chiamata a garantire almeno un ufficio postale nel 96% dei Comuni italiani. Sono dati che rispondono purtroppo a logiche aziendali, ma di una società che è completamente pubblica. Siamo contrari a queste logiche e vogliamo difendere gli uffici postali come presenza nel territorio, perché la socialità e la coesione non possono solo ridursi a costo, profitto e spending review. Vorremmo però sapere quante risorse sono state messe a disposizione dagli enti locali per preservare questi servizi. Ci chiediamo perché l’insurrezione provocata dal taglio agli uffici postali non c’è stata per la razionalizzazione di altri servizi. La chiusura degli uffici postali è la punta dell’icerberg di un sistema regionale che non funziona e che offre continui disservizi a 360 gradi al cittadino e alle imprese in termini di ritardi nella consegna anche della posta ordinaria. Visto che la filiera politica e istituzionale in Toscana e al Ministero dell’Economia fa riferimento in maggioranza al PD e che l’amministratore delegato di Poste italiane è di nomina renziana, non avranno difficoltà a trovare una soluzione, speriamo nell’interesse del cittadino.
Lega Nord Siena