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SIENA. Qualcuno potrebbe essere indotto a pensare che la mania di questa giunta per le biciclette a pedalata assistita sia dovuta ad una passione personale per le due ruote, ma poi vede che fine ha fatto la pista ciclabile tanto voluta dal sindaco tra Monteriggioni e Castellina Scalo… Qualcuno potrebbe anche pensare che è una “ganzata” (e il clima insolitamente secco e mite di questo autunno potrebbe corroborare l’idea), e fare pure l’abbonamento al servizio… Poi quel qualcuno potrebbe aver voglia di guardare un po’ di dati, tipo quelli sullo stato dei fondi stradali cittadini dove questi mezzi dovrebbero funzionare. Potrebbe rivolgere lo sguardo a ciò che è successo nelle altre città dove l’esperimento e-bike è sempre miseramente fallito, e constatando il già avanzato stato di degrado dei mezzi di SI-Pedala dopo solo pochi mesi dalla sua istituzione, pensare che c’era da aspettarselo. Infine potrebbe documentarsi sulla provenienza dei fondi impiegati per realizzare questo progetto, e magari scoprire che la sua città avrebbe avuto centinaia di altri capitoli di spesa più importanti, ai quali i soldi erano destinati e alle e-bike dirottati.
Quindi qualcuno potrebbe fare l’elenco di tutte quelle cose di cui Siena avrebbe bisogno per recuperare, salvaguardare e offrire ad un pubblico potenzialmente enorme le sue opere artistiche, il suo capitale culturale, le sue tradizioni storiche e chiedersi se questa idea mancusian-valentiniana valesse veramente la pena, se la bella figura dell’autoreferenziato premio “smart-mobility” allo SMAU compensi gli obbrobri della porta lignea del Santa Maria alla Scala, o di via del Capitano “sbuzzata”, delle innumerevoli pietre serene sostituite dall’asfalto per la posa dei cavi elettrici per le colonnine di ricarica, delle mura che crollano, dell’incapacità di fermare la bomboletta di Mister Hip-Hop, piuttosto che il degrado della Cappella di Piazza del Campo, il crollo di parti delle mura, come avvenuto prima a Porta Romana e recentemente a Porta Camollia (per il quale, rispondendo ad un’interrogazione di Marco Falorni, il Comune ha risposto che non farà assolutamente niente, senza il permesso della Soprintendenza, che ancora non c’è e che agli autobus sarà consentito ancora transitare sotto la Porta) o la trasformazione del “corso” di una città visitata da tutti i turisti del mondo in luogo di accattoni molesti, o ancora l’incapacità di tenere il centro pulito come meriterebbe di essere.
Chi deve sostenere le spese per il recupero e la salvaguardia di monumenti di una città che si voleva candidare quale Capitale europea della cultura e che quest’anno è stata Capitale italiana della cultura? E’ inutile trincerarsi dietro le scuse che i soldi non ci sono, perché è sempre più evidente che quel (poco) che c’è rimasto dopo i disastri del PD si preferisce destinarlo ad altro. Pensare che dovevamo avere le strade lastricate d’oro…