L’intervento di Fiorenzani all’assemblea di Mps

SIENA. Da Pierpaolo Fiorenzani riceviamo e pubblichiamo.

“L’avere abboccato,nel 1995, all’inganno della non obbligatoria trasformazione in SpA è il peccato originale del Monte e di Siena, che continua a generare altre colpe e disastri. I più recenti li ha documentati la bocciatura BCE degli stress test, fatta pubblicare dalla CONSOB: crediti deteriorati in aumento, debolezza del processo creditizio,difficoltà di fare utile e generare capitale ecc. con emersione di un deficit patrimoniale di 2,1 miliardi da coprire col nuovo aumento di capitale da 3 mlde. Sembra il bollettino di Caporetto. Con l’Istituto di Diritto Pubblico – che, a ragione, rimpiango – mai saremmo arrivati a tanto, E non saremmo giunti all’espulsione deprofessionalizzante dei senesi dai vertici direzionali né alla loro più costosa sostituzione con funzionari e dirigenti da fuori, tantomeno saremmo arrivati alla sentenza di reintegro emessa lunedì scorso del giudice del lavoro di Siena, né a quella contestuale a rovescio del suo omonimo romano perché non ci sarebbe mai stata alcuna esternalizzazione, in Fruendo, di Colleghi ora da riassumere e rimborsare, auspico. Ma, intanto, bubbolano lungaggini giudiziarie, strascichi costosi che dilacerano uomini e immagine bancaria.

A Luglio, dunque, dopo l’aumento di capitale, il Tesoro riceverà 449 miliardi di nuove azioni a pagamento degli interessi di 243 mlde. dovuti sui Monti bond e lo Stato diventerà azionista al 4%. Io, che ho sempre auspicato l’ingresso dello Stato nel capitale del Monte, non avrei mai rimborsato niente al Tesoro, già soccorso da ns.copiosi acquisti, proprio per provocare questo ingresso, che ora avviene in ritardo e ridimensionato dell’aumento oggi in discussione. Ne auspico, comunque, tempi di permanenza almeno come i 18 – 36 mesi dell’ILVA. Osservo intanto che questo maxi aumento di 3 miliardi per colmare il deficit ex stress test, nonché la chiusura del bilancio al 31.12.2014 con perdita 5,3 miliardi dimostrano, fra l’altro, che a parte i ricorrenti piani industriali e i tanti bei discorsi quasi sempre smentiti dai fatti, l’operatività vera e propria della banca non è in ripresa e che gli operatori economici trovano quasi ovunque difficoltà a rapportarsi col Monte. Ricordo appena che, qui, all’ ultimo aumento di capitale, l’AD Fabrizio Viola mi rispose che non ci sarebbero stati più punti di questi aumenti (ma in molti già pensavamo il contrario….), gravosi soprattutto per i piccoli azionisti e per la Fondazione ancora, di fatto, obbligata a sottoscrivere altri 75 ml., dopo i 125 dell’estate scorsa. Un altro aumento di capitale, penso, la dissanguerebbe e,allora, addio a investimenti differenziati e pure alle briciole di futuri utili, oltre che ai paradossali 30.000,00 erogati al Campus universitario di Forlì….invece, osservo, che ai ricercatori della Siena Biotech. Essi – e a loro esprimo solidarietà – sembrano interessare mano dell’edificio che stanno occupando. Mi limito ad osservare che i sacrifici, cioé i tagli sugli stipendi medio-bassi o sulla fascia ristretta, decrescente e meno protetta dei pensionati esattoriali del Monte ultranovantenni, appaiono in stridente contrasto con i ‘secretati’ aumenti di stipendio ai massimi livelli di top management, ben oltre la tabella dell’ UE, o con i costosi locali in Milano per l’alta dirigenza e per ‘esportarvi’ da Siena la banca on line “Widiba”(dovete dirci se è vero cha non va poco bene). E si dimostra, così, che i massimi vertici MPS tagliano o scialano come e quando vogliono. Di fatto senza controllo, e non dico di quello che Piero Barucci coglieva “nell’assemblea permanente di Piazza del Campo”, ma nemmeno di un CdA e di un’Assemblea in sostanza svuotati di poteri. Auspico, pertanto, che lo Stato azionista, seppure a termine, possa produrre anche uno stop salutare al proseguo di ogni dirigistico “così è se vi pare”, mentre è opportunità di stabilizzazione, come hanno sostenuto anche il Codacons e i Sindacati. E’ inoltre, per il legame del territorio con la banca, garanzia di ascolto da parte del Governo. Gli enti elettivi ne approfittino per mantenere la Direzione Gen.le a Siena quale fonte di lavoro e di reddito, la più importante. La Regione ora piuttosto silente e il Comune, sorretti da tutta la società civile, devono dimostrarsi all’altezza di questa ultima opportunità. Mentre i senesi debbono scuotersi della rassegnazione o, taluni, dalla palude di un opportunismi ormai effimeri. Rifiutando le teorie via via più confacenti di quanti, nella cordellina di Roma, di Siena e di Bruxelles (definita poco fa dal dr.Viola, con benevolo eufemismo, … “rigorosa”..anziché vessatoria) perseguono l’espropriazione totale del Monte con aggregazioni improprie e futura maxi capitalizzazione : e Dio non voglia che ad aggregarci sia lo stesso “SantAnder” proprio con i nostri soldi, ovvero gli eccessivi miliardi pagati a questa banca spagnola per comperare “Anotonveneta”. NO ad aggregazioni fagocitanti, forse fasulle, capaci di mettere fuori gioco la Fondazione; NO al cosiddetto ‘spezzatino’,o ad altre diavolerie. Occorre svegliarsi, incalzare e controllare, ispirandosi al coraggio anticonformista di Fabio Bargagli Petrucci e all’operosità intelligente di Luigi Socini Guelfi. Concludo con queste domande :

1. il presidente Profumo, a lista presentata, ha confermato che , con l’ok all’aumento di capitale, lascerà MPS. Chiedo perché si presenta se poi se ne andrà ?
2. Nel Bilancio al 31/12/2013 – pagg. 521 e 608 – gli oltre 22 mlde. dei Titoli di Stato in pancia a MPS sono classificati come “attività finanziarie disponibili per la vendita”; perché adesso non se ne sente più parlare? Possono essere smobilizzati per abbattere sensibilmente i debiti e gli interessi sui debiti?
3. Perché a chi sparla in Tv di soldi sottratti agli italiani…., MPS non ricorda, magari e subito in diretta, gli interessi esosi dal 9% fino al 15% annuo che ha preteso Roma?
4. Visto lo spread favorevole, che impatto hanno i titoli in pancia con questo Bilancio 2014? Come vengono gestiti?
5. Ho letto e ascoltato, a suo tempo, dal dottor Profumo che se lo spread tra i titoli dello Stato ed i bond tedeschi fosse sceso sotto cento, il Monte dei Paschi si sarebbe salvato da solo. Siccome lo spread è sceso, perché di questa profezia non ci dice più niente ? E vero, infine, che é “per fare cassa” che avete venduto quota di “Anima” alle Poste ?

Visto che mi restano quasi 5 minuti dei 15 concessi, vorrei sottolineare come il D.G. tiene i rapporti con i Pensionati Esattoriali MPS: dopo aver ridotto drasticamente – nel 2913 – ad indistinti 400 euro l’integrazione pensionistica aziendale sempre erogata agli ultimi 93 ultranovantenni non difesi da contrattazione sindacale (ante 1985) e solo il 28 Maggio 2014, cioè alla stringata vigilia dell’Assemblea annuale della loro Associazione che presiedo (Roma – Caracalla – 29/5/14) la Capo del Personale, mi fa comunicare un ulteriore taglio del 50%. Con immediata e circostanziata lettera, subito consegnata a mano, scrissi al Presidente, all’A.D. e alla stessa D.ssa Dalla Riva che all’indomani, e per tutta l’Assemblea, non avrei riferito del nuovo gravissimo taglio, sperando in un ripensamento con ritorno coscienzioso almeno ai 400,00 dell’anno avanti. Nessuno si fece vivo (ne è testimone l’allora V. Presidente del Monte, Marco Turchi, presente ai nostri lavori). Alla consegna della suddetta lettera avevo saputo che il Dr.Viola sarebbe stato nel mio stesso giorno a Roma, in riunione Abi. Ormai da solo, in quello stesso pomeriggio, decisi di raggiungere il cortile dell’olimpo bancario e vi giunsi trafelato, sudato fradicio, ma in tempo : infatti, auto blu ed autisti erano ancora lì, in attesa dei big. Spirava un freddo ‘ponentino’ refrigerante e non feci caso, aimeh, alla micidiale corrente di quei cancelli incrociati, anzi vi sostai in mezzo riflettendo su me e la DC, mentre – oltre quelle finestre – rivedevo effici, episodi e personaggi dell’ antistante sede storica di piazza d Gesù. Così per il sudore gelato addosso, tornai a Siena con la febbre. Ma ero contento perché, quando finalmente scese il Dr.Viola, nonostante avesse il telefonino aperto e per paura che s’infilasse in macchina, osai dirgli che volevo parlargli con somma urgenza. Mi rispose che ci saremmo veduti a piazza Salimbeni il successivo lunedì ”anzi – soggiunse – martedì, lunedì è festa”. Ancora malazzato, il giorno dopo attesi il rientro da pranzo della sua segretaria e Le dissi del concesso appuntamento. Mi assicurò che me ne avrebbe comunicato ora e data. Sono tuttora in attesa!! Non sono mortificato per me, ma per i colleghi pensionati, mentre osservo che il tempo per correre al matrimonio renziano del Carrai lo aveva trovato, eccome. Per un bel pezzo continuai ,però, a sperare ; mi dicevo “siccome Viola è uscito illeso dal noto scontro della sua auto col cinghiale, sentendosi come miracolato sarà più buono, m’incontrerà e farà rimediare all’accentuata ingiustizia. M’illudevo, evidentemente”.