Il monito di Napolitano giunge alla fine di un convulso lunedì
di Red
SIENA. L’incapacità della casta politica italiana si è svelata ancora una volta lo scorso fine settimana. Merkel e Sarkozy avevano elogiato pubblicamente davanti a Berlusconi il premier spagnolo Zapatero per la capacità di realizzare in poco più di un mese la riforma costituzionale in Spagna, che introduce il principio di stabilità nel bilancio. Contrastanti la soddisfazione di Moody’s e le proteste degli “indignados”, che denunciano la “mercatocrazia”: ma la prova di saper svolgere un percorso per tentare di uscire dalla crisi è tangibile. Zapatero ha l’indubbio vantaggio di essere un premier uscente non ricandidato e di non incidere sulla campagna elettorale. Invece i continui rinvii, le incertezze politiche, i voltafaccia quotidiani del governo e del ministro Tremonti sulle l’elenco delle misure che compongono la manovra “a tassi invariati” hanno causato il nuovo crollo delle borse, non solo di quella italiana (perché come ormai è ovvio per tutti, ma non per la politica nostrana, ogni elemento di debolezza tende a spezzare la catena che ci unisce insieme, quindi nessuno è mai salvo se tutti non hanno fatto appieno la propria parte). Si aggiunga la “furbata” del Ministro dell’Economia che, per evitare la responsabilità di decisioni dolorose per il paese, continua a contrabbandare gli Eurobond come panacea di ogni male. Ben gli ha risposto stavolta Moritz Kramer, managing director dei ratings europei di Standard & Poor’s, ricordando a Tremonti che la quotazione dell’eventuale Eurobond dovrebbe cominciare dal gradino del paese Ue più in basso, cioè la Grecia che è già tecnicamente in default. Sarebbe un suicidio collettivo!
Così la borsa di Milano ha chiuso con -4,83% e MPS, tra i bancari, con -3,94% a euro 0,3905 non è stato neanche tra i peggiori. Così come il consenso degli italiani per i nostri amministratori sta crollando in maniera esponenziale. Per inciso il titolo MPS, durante le contrattazioni, ha toccato nuovamente il suo valore minimo storico di borsa, scendendo fino a 0,382 euro. La chiusura festiva di Wall Street ha sicuramente tolto la possibilità di un recupero pomeridiano e le borse europee nel complesso hanno lasciato sul terreno la bellezza di altri 254 miliardi di euro in capitalizzazione. In serata è scattata la corsa delle trasmissioni televisive che si occupano di economia e finanza sull’esplosione dello spread. Il differenziale tra il Bund tedesco e il BTp italiano è salito fino a quota 372: gli acquisti di titoli della Bce non sortiscono più l’effetto che ha aiutato il governo italiano nel mese di agosto (il 5 agosto la differenza era a 416 punti base), anzi lo stesso Draghi, che presto dalla Banca d’Italia si trasferirà alla Bce, ha detto chiaramente che l’aiuto europeo non è a tempo illimitato e non deve essere dato per scontato. Gli acquisti della scorsa settimana hanno raggiunto la cifra di 13 miliardi di euro e il risultato è nulla di fatto. L’attacco all’euro è cominciato. E non ci aiuta il fatto che l’Italia risulti agli investitori più rischiosa della Spagna derelitta, proprio a causa della sensazione degli investitori che il governo italiano non abbia alcuna intenzione di rispettare gli impegni presi in sede europea.
La notte non ha portato nessuna buona novità alle borse asiatiche, dove il segno meno ha imperversato in maniera pesante a Sydney e Tokio. Quindi in Europa non ci si aspetta nulla di positivo, almeno in apertura. Merkel in Germania deve digerire la sconfitta elettorale, in Italia si deve digerire il monito di Napolitano a riscrivere la manovra asfittica, della quale Tremonti ha dichiarato essere “piena di errori”. Un aiuto verrà dall’annuncio che l’asta delle frequenze televisive riservata agli operatori telefonici ha avuto successo e l’obbiettivo di incamerare almeno 3 miliardi di euro sarà raggiunto. Continuano le polemiche sulle frequenze riservate agli operatori della televisione: l’opposizione vorrebbe che anch’esse fossero soggetto ad asta pubblica e non date gratis a Mediaset e Rai come previsto dal ministro Romani (si potrebbero raggranellare altri 3 miliardi e aumentare la pluralità nel media con l’ingresso di nuovi competitors).