Dal centro destra al centro sinistra le idee sono poche e ben confuse
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di Raffaella Zelia Ruscitto
SIENA. Parliamone. Pare questa, in sintesi, la precisazione che Italia dei Valori ha voluto fare al Pd. Nessun accordo per le prossime amministrative a Siena è stato già sancito. Non sono stati stilati i “lineamenti programmatici” e non c’è stata la convergenza sul candidato sindaco.
E con questo pare tramontare la speranza di un accordo di coalizione, senza tanti scossoni, sul nome di Franco Ceccuzzi. Ma, del resto, non si poteva sperare che su di lui convergessero tutte le simpatie quando, anche all’interno dello stesso Pd, c’è qualcuno che ancora storce il naso.
“Il confronto è attualmente in corso – si legge nella nota dell’IdV – e vede l’Italia dei Valori fortemente impegnata nel tentativo, per ora vano, di inserire nel programma in discussione alcune questioni fondamentali quali, per esempio: la concreta riaffermazione dell’etica del buongoverno e della responsabilità in tutte le attività e le iniziative di rilevanza pubblica a partire dai meccanismi di nomina degli organi della Fondazione Monte dei Paschi di Siena e di tutte le società e aziende di pubblico interesse con una decisa riduzione dei compensi e delle indennità a favore dei relativi componenti; la radicale difesa dell’ambiente con un deciso stop al “consumo di territorio” e la progettazione di un piano organico per la mobilità; il rilancio delle politiche culturali col completamento strutturale e funzionale dell’antico Spedale del S. Maria della Scala, vero motore trainante per l’economia cittadina”.
Traduciamo dal politichese: sul tavolo delle trattative tra Pd e IdV c’è la richiesta di un totale cambio di gestione della cosa pubblica. Nomine con percorsi trasparenti e riduzione dei compensi: ovvero più etica e responsabilità. Parole che risultano un tantino ostiche, in questo periodo storico, a più e più latitudini Oppure, per chi vuol fare fantapolitica c’è una strstegia di “aumento del prezzo dell’accordo” che comprende la promessa di posti chiave in organi di potere della città. Ma vogliamo con tutto il cuore sperare che si tratti del primo caso, come nella migliore tradizione dei dipietristi.
E ancora; traduciamo la questione “difesa dell’ambiente”. All’IdV il Regolamento Urbanistico di Siena non piace e questo certo non avvicina alle posizioni del Pd. Quel “consumo del territorio” che risulta evidente nel documento programmatico trova l’opposizione degli uomini senesi di Di Pietro. Ma, anche in questo caso, il Pd non appare compatto a favore di quel controverso documento, se è vero, come è vero, che autorevoli piddiini si sono pubblicamente espressi in senso negativo.
Da questa amena quanto superficiale analisi politica pare emergere un quadro non proprio incoraggiante per il candidato Ceccuzzi. Se da un lato si gioca felicemente la mancanza di rivali nell’agone politico (escludendo la Battistini) e presiede incontri sull’etica della politica senza un valido quanto facile contraddittorio, dall’altro ha da fare sempre i conti con il pallottoliere, in casa e fuori.
Sarà per questo che la reazione del Pd alla “uscita” dell’IdV è stata quanto mai immediata e concitata. I vertici del partito hanno convocato nel pomeriggio di ieri (11 gennaio) le loro truppe per decidere il da farsi. Mentre ancora Marzucchi tentenna (ci sto, non ci sto), Sel si è tranquillizzata, al pari di Rifondazione – “per grazia ricevuta” – l’atteggiamento dei dipietristi crea scompiglio in quella che sembrava una situazione ben delineata e quasi stabilizzata. Insomma, Ceccuzzi non può dormire sonni tranquilli con alleati insoddisfatti delle soluzioni prospettate. Sempre traducendo in modo malizioso: c’è chi ha avuto un assessorato e chi no. C’è chi è stufo degli ordini dall’alto e chi di ordini non ne riceve, vedendo cadere la propria autostima…
E mentre il Pd fa registrare un possibile avvicinamento con l’associazione “Per Siena” – e facciamo finta di non averla già prevista – c’è chi, dall’alto di una visione strategica (e forse anche di un pizzico di spirito da narratore di “La storia infinita”) immagina future alleanze tra i Pd scontenti e l’attuale critico IdV. Una ipotesi che potrebbe piacere, in verità, a quell’elettorato di sinistra insoddisfatto (per non dire peggio) dell’operato della leadership attuale del centro sinistra e che, mai nella vita metterebbe la crocetta su un simbolo neppure tendenzialmente di destra.
La cosa certa (e veniamo a film un tantino meno fantastici) è che queste amministrative 2011 saranno ricordate per la “confusione” e la mancanza di prospettive di questa dirigenza politica. A tutti i livelli ed in tutti gli schieramenti.
Lo dimostra il fatto che, in una situazione mai stata così precaria per il partito di maggioranza a Siena, l’impronta dell’opposizione praticamente è lasciata dalla sola Lega Nord e dalla sua candidata (in verità ancora tenuta sotto traccia) Loretana Battistini.
Nulla di incisivo è stato prodotto dalle forze di centrodestra. E neppure dalle Liste Civiche, ingiustificate nel loro silenzio prolungato.
Continuano i “movimenti strategici”, se così si possono chiamare: due transfughe approdano al PdL, dopo aver abbandonato Pierluigi Piccini (così come hanno fatto Muzzi, Stelo e Ascheri). Si tratta di Giulia Puccini Negrini che – dopo aver criticato aspramente chi cercava collocazione in altri schieramenti – ha pensato bene di fare il salto e accasarsi nel PdL. Stessa strada, anche se più arzigogolata, ha seguito Patrizia Madotto, approdata al PdL, dopo aver militato nelle Liste Civiche, essere stata amichevolmente con la Margherita (votando anche alle primarie del PD) e avendo avuto da Marignani la garanzia di un posto in lista e quindi una carica di consigliere comunale. Marignani però ha i suoi problemi, dato che viene accusato di aver “distrutto il partito” a Siena e potrebbe essere sfiduciato da Firenze e Roma. Nuove leve a parte, il PdL non ha ancora prodotto un nome. In qualche blog, non sappiamo quanto ben informato, si legge di un possibile sondaggio in corso tra vari personaggi estranei o compresi dal mondo politico locale. Oltre al sempre in lizza Rosso e Masoni si citano nomi del tutto nuovi come Riccardo Pagni e Vittorio Stelo. Nomi che non trovano alcun riscontro nella realtà comprovata. ma che la dicono lunga sulla indecisione che si vive all’interno degli schieramenti di opposizione. Ed anche su questo metodo di operare per le prossime amministrative c’è chi, maliziosamente, ci vede un maldestro tentativo di sostenere la teoria gattopardiana del “tutto deve cambiare perchè nulla cambi”
E Piccini? L’ex-sindaco pare aver abbandonato le velleità di sedere sulla poltrona di palazzo pubblico, puntando più verso Roma che verso Siena, considerata “non più interessante” per le sue velleità politiche. Noblesse oblige.