"Lavoro e economia: occorre ascoltare e rispondere alle esigenze del territorio"
SIENA. Da Liberi e Uguali Siena riceviamo e pubblichiamo.
“Quella dei sindacati, in un territorio come il nostro, è una presenza tra le più radicate in Italia. Sono circa 80mila gli iscritti alle tre organizzazioni sindacali più rappresentative. E’ fondamentale un confronto costante con i rappresentanti dei lavoratori sulle questioni che costituiscono i pilastri della visione politica e del programma di LeU: lavoro, sanità e scuola pubbliche, welfare, fisco, economia. Di questi temi si è parlato nel corso dell’incontro tra i candidati alla Camera dei Deputati di Liberi e Uguali, Fulvio Mancuso e Loriana Bettini, con il segretario provinciale della Cgil di Siena, Claudio Guggiari.
“Dobbiamo puntare allo sviluppo di una buona e stabile occupazione, partendo senza dubbio dai punti di forza del nostro territorio. Bisogna riflettere sulla necessità di una dimensione endogena dello sviluppo che, dunque, non sia legata soltanto a pochissime grandi presenze industriali, la cui proprietà è lontana dal territorio. Università, saperi, cultura, turismo, agroalimentare, scienze della vita, sanità e reti di protezione sociale, tutela dell’ambiente e del territorio rappresentano importanti leve di attrattività di capitale umano e di investimenti. Ma occorre anche riflettere su come rilanciare il settore manifatturiero. Negli ultimi anni Siena ha visto aumentare il tasso di disoccupazione, che è triplicato rispetto agli anni migliori, quando era arrivato a percentuali di poco superiori al 3%. Oggi siamo grosso modo in linea con la media regionale e stiamo un po’ meglio rispetto a quella nazionale, ma il deterioramento negli ultimi anni è stato notevole: peraltro, Siena ha il più alto tasso di precarietà lavorativa della Toscana. Tra le tante strategie da mettere in campo, siamo convinti – affermano i candidati – che il passaggio deciso verso la riconversione ecologica, verso l’investimento in “competenze verdi” e verso l’economia circolare possa essere un valido strumento per la competitività delle nostre aziende e per la creazione di molti posti di lavoro. Obiettivo che non può prescindere dal recupero della dignità e dei diritti dei lavoratori, purtroppo messi da parte negli ultimi anni, soprattutto con l’arrivo del “job act” e della conseguente abolizione di tutele fondamentali come l’art. 18: occorre, in sostanza, superare la precarizzazione del lavoro come condizione diffusa e generalizzata, restituendo stabilità lavorativa e salari dignitosi a tanti lavoratori e soprattutto la certezza di un futuro alle nuove generazioni.
Occorre un rilancio del tessuto economico che deve interessare le tantissime piccole e medie imprese, che oggi sono di fatto tagliate fuori anche dal piano nazionale di digitalizzazione, in quanto si tratta di un progetto di sostegno all’innovazione più industriale che imprenditoriale. Molti sono i temi delicati nel nostro Paese, tra cui sicuramente le pensioni. Da rivedere assolutamente la riforma Fornero, in modo da assicurare a tutti il diritto di avere certezze sul momento dell’uscita dal mondo del lavoro e la dignità economica e sociale nella fase successiva. Allo stesso modo, ai giovani, che oggi vivono in una condizione di frequente discontinuità lavorativa, occorre garantire una prospettiva previdenziale che copra i c.d. “buchi contributivi” involontari. Quello che abbiamo in mente è un welfare che ripristini equità, che contrasti la povertà, che supporti le persone con disabilità garantendo loro un livello certo di autonomia e indipendenza e che guardi ai bisogni degli anziani, garantendo adeguati servizi pubblici. Sanità e scuola pubbliche si pongono al centro del nostro programma. Sul versante salute urge puntare su investimenti pubblici che rendano effettiva e accessibile la prevenzione così riducendo i fattori di rischio. Dobbiamo spingere con forza verso il rilancio della sanità pubblica, con investimenti pubblici importanti, in mancanza dei quali la privatizzazione strisciante del settore continuerà fino a svuotare del tutto la sanità pubblica”.
E infine giustizia sociale attraverso una maggiore equità ficale – hanno concluso Mancuso e Bettini: di fronte a proposte, come quella della flat tax, irrealistiche e decisamente predatorie dei redditi medio bassi a vantaggio dei pochi ricchi, noi rammentiamo la centralità democratica del principio di progressività dell’art. 53 della Costituzione. Si abbassi la pressione fiscale nei confronti delle fasce sociali con redditi bassi e medi, e si faccia pagare un po’ di più ai veri ricchi. Colpendo in particolare le grandi multinazionali che, pur facendo utili enormi in Italia, non pagano al nostro Paese miliardi e miliardi di imposte e che, oltretutto, danneggiano il tessuto della piccola e media impresa italiana, spesso contribuendo ad aumentare le tante forme di vero e proprio sfruttamento lavorativo”.