SIENA. Sono onorata della scelta del mio partito di candidarmi per queste politiche. Fratelli d’Italia ha deciso di premiare il mio impegno civico, il mio percorso e la mia battaglia a tutela di famiglie, risparmiatori e imprese.
Se me ne sarà data possibilità continuerò con molta più forza ad essere portavoce di tutte quelle “vittime invisibili” di una crisi iniziata nel 2008, schiacciate dai pignoramenti e dalle esecuzioni immobiliari. Saró la voce di tutte quelle imprese e famiglie impossibilitate ad accedere al credito, se non a quello della malavita e degli usurai, soprattutto al sud. Le banche devono tornare ad essere la cassaforte del risparmio degli italiani contribuendo allo sviluppo economico del Paese, per questo è urgente porre al centro delle politiche la questione della riforma del sistema bancario per potenziare gli strumenti di tutela del risparmio e garantire una maggiore trasparenza nei rapporti tra banche e clienti. Lo farò con la stessa tenacia con la quale sono riuscita ad ottenere il rimborso per tutte quelle famiglie che avevano riposto i loro risparmi nelle banche andate in risoluzione.
Durante la pandemia abbiamo assistito al dilagare del credito malavitoso, dell’usura. Il numero delle famiglie e imprese escluse dal circuito finanziario è molto cresciuto. Eppure questo tema è completamente assente dal dibattito politico. Un’anomalia dal momento che la ripresa economica passa anche dall’accesso al credito per le piccole e medie imprese.
Per questo la mia candidatura è la testimonianza dell’impegno del mio partito ad affrontare questi problemi. Ne sono davvero orgogliosa.
“Bene Giorgia Meloni su gestione più oculata aiuti di Stato, urge riforma del sistema bancario”
Concordo perfettamente con Giorgia Meloni rispetto gli aiuti di Stato per aiutare le banche. La sinistra in questi anni piuttosto che prevenire i problemi ha sempre lasciato in sospeso la riforma del sistema bancario, per poi intervenire in extremis cercando di riparare ai danni con i soldi degli italiani, basta vedere il caso Mps.
Ma la frequenza con la quale si sono verificate le ultime crisi bancarie nell’ultimo decennio rende indispensabile una riforma sull’attività di vigilanza bancaria. Invece di dover rimediare a danni fatti e “risparmiatori azzerati” a causa di gestioni “allegre” di certi istituti bancari, molto più propensi ad accontentare gli amici che a svolgere il loro corretto ruolo di banche, occorrerebbe riformare il nostro sistema di vigilanza bancaria. Occorre infatti mirare a prevenire e risolvere anticipatamente il manifestarsi di queste crisi. Gli obiettivi della Vigilanza non sembrano infatti essere ben definiti, si pensi ai rapporti tra Banca d’Italia e Consob per quanto riguarda la trasparenza e la stabilità del sistema. Bisogna adeguare questa governance alle migliori prassi europee per rompere quella cappa di autoreferenzialità e quei conflitti di interessi che inquinano il nostro sistema di vigilanza, mettendo a rischio i risparmi degli italiani e anche la fiscalità pubblica.
Quante volte abbiamo visto lo Stato mettere le mani nelle tasche dei cittadini per salvare le banche dalla loro gestione allegra finalizzata a riempire di prestiti mai restituiti gli amici degli amici? Prima di intervenire quando i problemi sono ormai ingestibili e occorre ripianare il debito bisogna salvaguardare il corretto funzionamento del nostro sistema bancario, indispensabile per la vita della nazione.
E quando lo Stato interviene a salvare o ad aiutare imprese con i soldi degli italiani, è il caso almeno di stabilire quali debbano essere le regole d’ingaggio. Un’azienda in crisi ha bisogno di ricorrere alla cassa d’integrazione? Bene, ma da quel momento in poi – fin quando usufruisce dei fondi pubblici – lo stipendio dei manager e dei dirigenti di quella impresa deve essere allineato almeno al tetto esistente per i dirigenti pubblici.
Letizia Giorgianni, candidata FdI