Il presidente della Bce consiglia allo Stato italiano di entrare nel capitale sociale della banca
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SIENA. La notizia è di quelle da sconquassare l’emiciclo politico italiano e senese, soprattutto in vista delle prossime elezioni politiche prima, ma anche delle amministrative poi.
Il superbanchiere Mario Draghi ha emesso la propria “sentenza”: niente formula allunga debito per MPS. Lo Stato deve entrare nel capitale sociale. Le reazioni del mondo politico non si fanno attendere. La Lega Nord, per prima ad essere stata critica all’indomani dell’operazione Antonveneta ed unica nello scenario politico nazionale ad aver denunciato le scelte dei vertici della banca di Rocca Salimbeni e della fondazione controllata dal Comune a guida PD, fa sapere di «essere soddisfatta» per bocca dell’On. Gianni Fava, che da mesi ha preso a cuore la vicenda: «Sono contento che la voce istituzionalmente più autorevole in ambito bancario, quella di Mario Draghi, Presidente della BCE, abbia così ampiamente legittimato quelle che sono state da sempre le nostre posizioni sull’annosa vicenda. Lo andiamo ripetendo da mesi in tutte le sedi, sia istituzionali, come il Parlamento, sia sul territorio con il segretario comunale Francesco Giusti: L’unica soluzione possibile per tentare di salvare la banca è la nazionalizzazione ed il commissariamento della stessa, sulla scorta di quanto già avvenuto in altri Paesi europei come l’Inghilterra con la Royal Bank of Scotland.»
La notizia è trapelata ieri sera ma sembra che la nota della BCE sia datata 17 dicembre. «Se confermato quanto emerso, la cosa è ancor più grave, perché la decisione del Parlamento sarebbe stata viziata da un’omissione di basilare importanza. Dimostra ancora una volta quanto sia necessario, oltre alla Nazionalizzazione, anche il Commissariamento della stessa» Conclude il deputato leghista. Ad essere ovviamente soddisfatto della notizia, che pare dare ragione ad un’azione politica intrapresa ormai nel 2006 , è anche il segretario comunale del carroccio Francesco Giusti, il quale si sofferma anche sulla notizia delle dimissioni del Vice Presidente della banca Turiddo Campaini: «A Siena sta accadendo l’impensabile, almeno fino a pochi mesi fa. Il sistema di potere locale sta crollando come un elefante con le gambe di cristallo e questo non è un bene né per la città né per tutto il territorio senese. Sono soddisfatto che una voce autorevole come quella della BCE legittimi quella che è stata la nostra azione politica sul territorio. Anche la notizia delle dimissioni di Campaini, evidentemente in dissenso con le azioni del tandem Profumo-Viola, dimostrano che la banca è nel caos più totale. Chi raccoglierà l’eredità della gestione del Comune e dei suoi gioielli, portata avanti dal PD locale e nazionale, si ritroverà uno scenario analogo al passaggio di Attila.»