Di Stasio: "E' vero che si poteva intervenire già ad aprile?"

SIENA. Da Lega Nord riceviamo e pubblichiamo.
“«Mancherebbero solo Gabriello Mancini, Presidente della Fondazione, e Giuseppe Mussari, Presidente MPS, accompagnato da De Gortes e Rosati, per completare quella che si va prospettando come una grandissima presa di giro nei confronti dei montepaschini e dei senesi». Commenta così la segreteria provinciale della Lega Nord Siena l’annuncio del primo cittadino senese, Franco Ceccuzzi, di voler partecipare alla manifestazione dei dipendenti del Monte dei Paschi.
«Forse il sindaco Ceccuzzi crede di farci dimenticare che i vertici della Fondazione sono stati nominati per la stragrande maggioranza dagli Enti locali e che, poi, la Fondazione ha (aveva) la maggioranza nel patrimonio azionario della Banca e ne ha nominato i vertici. Arrampicarsi oggi sugli specchi non serve quando, nel corso dell’ultima campagna elettorale, aveva promesso 1000 posti in più di lavoro, ma per ora, invece, stanno per arrivare 1500 licenziamenti a causa di quella drammatica situazione chiamata “Sistema Siena”, del quale il duo Mussari-Ceccuzzi è stato il motore ed è il primo colpevole».
Giovanni Di Stasio, invece, capogruppo per la Lega Nord Toscana, in Provincia a Siena, si domanda come mai «già ad aprile non sia stata fatta una operazione di swap? Ad aprile scorso – asserisce Di Stasio – nelle stanze del potere della Fondazione pare fosse nata una proposta per evitare alla Fondazione MPS l’indebitamento dovuto all’esigenza della sottoscrizione dell’aumento di capitale. La proposta era quella di fare una operazione di swap al fine di reperire risorse senza indebitarsi: ovvero vendere con la opzione di poter riacquistare. Sicuramente ad aprile scorso, quando le azioni di Banca MPS erano quotate circa 0,85, sarebbe bastato vendere un terzo delle azioni che ora la Fondazione è costretta a vendere. Perché non é stata percorsa questa strada? Perché a distanza di pochi giorni si dovevano tenere le elezioni a Siena e Ceccuzzi, candidato a sindaco della sinistra, aveva improntato tutta la sua campagna elettorale su una frase: la Fondazione mai sotto il 50% di proprietà azionaria della Banca. Questa scelta – sottolinea Di Stasio – ha determinato sì la vittoria delle elezioni a Siena di Ceccuzzi, ma purtroppo anche la condanna della Fondazione ad indebitarsi ed a vendere tutta una serie di asset con una minusvalenza impressionante. Riscontro sul territorio: niente bando ordinario e niente risorse per il territorio. I compensi degli amministratori? Invariati e speriamo che non ne venga chiesto l’adeguamento ISTAT: non sarebbe la prima volta».
Secondo gli esponenti della segreteria del Carroccio, per ripristinare le condizioni dell’MPS, bisognerebbe «colpire i responsabili: via le grinfie del Pd e delle lobbies senesi dalla Banca, basta nomine caratterizzate da mancanza di professionalità e da scarso legame con il territorio. Per risparmiare, poi, non si può pensare di tagliare il reddito dei dipendenti, stressati dal budget e parte sana della “catena”. Occorre operare sui gettoni e le poltrone nei CdA della Banca e delle controllate. Basta con i 14 milioni di sponsorizzazioni a calcio e basket, panem et circenses. Basta con i 64 milioni di euro pagati dal 2006 al 2010 per remunerare i poltronari dei CdA e la pletora dei dirigenti con responsabilità strategiche»”.