Gli esponenti senesi del Carroccio chiedono un passo indietro a tutti "gli attori principali dell'operazione Antonveneta"
SIENA. «Discontinuità, ma solo a parole». È quanto affermano in una nota dalla Lega Nord Siena in merito alla riconferma di Giuseppe Mussari all’Abi.
«La riconferma di Mussari – asseriscono dal Carroccio –, con tanto di sperticate lodi da parte del Presidente della Fondazione MPS, è avvenuta a poche ore di distanza dall’intervento dell’ex sindaco Ceccuzzi che chiede proprio di “invertire la rotta” rispetto alla gestione dell’avvocato calabrese. Un fatto, questo, che deve far riflettere tutti i senesi: l’asse Mussari-Ceccuzzi, seppur oggi c’è chi, come ad esempio gli ex comunisti fedeli, lo giudica ingombrante e cerca di rinnegarlo, è quello che, con la complicità di Mancini, ha ridotto in ginocchio la nostra città. Se ci troviamo, oggi, in queste condizioni, lo dobbiamo a loro: Mussari-Ceccuzzi, Mancini, Bezzini e tutti gli esponenti del fu Partito comunista che governavano e governano oggi il nostro territorio.
Perché Mancini, Presidente di una Fondazione dissanguata ed indebitata per partecipare agli aumenti di capitale della Banca necessari a sostenere la dissennata operazione Antonveneta, elogia chi di quella Banca era Presidente e che ha effettuato quelle scelte che hanno pesato tantissimo non solo sulla Banca, ma anche sulla città e la Fondazione? Come fa, Mancini, ad elogiare Mussari, oggi, a pochi giorni di distanza dalla notizia che proprio la Fondazione chiuderà il bilancio con un pesantissimo passivo e che, negli anni avvenire, continuerà ad essere oberata dai debiti con le Banche, debiti, questi, che dovranno poi essere restituiti? Non avrebbe fatto meglio a tacere?
Come fa il Ceccuzzi, oggi, a continuare a chiedere il “ritorno alla redditività della Banca”, quando il Direttore centrale della vigilanza di Bankitalia, Signorini, in audizione al Senato il 10 di luglio, ha chiesto “una chiara e decisa inversione di rotta rispetto alla gestione passata”, che non è altro che quella del duopolio Mussari-Ceccuzzi, su cui si sono basate le fortune degli ex comunisti senesi? Ci pare inoltre quantomeno ridicolo sentire parlare Ceccuzzi, benedetto dalla “pasionaria” Rosy Bindi quale futuro ri-candidato sindaco di Siena, di “riconoscimento degli errori”. Ci domandiamo se si riferisce a quelli che lui stesso ha compiuto negli ultimi dieci anni, quando gestiva il potere a Siena a braccetto con il Mussari, elogiando l’operazione Antonveneta. Crediamo, perciò, che tutti coloro che di questa operazione sono stati gli attori principali debbano farsi da parte, togliendo il disturbo per il bene della città, dei senesi e per l’amore della verità, ritirandosi a vita privata”.
Infine, gli esponenti della Lega si domandano “quale sarebbe la discontinuità al Monte per gli ex comunisti? Quella di un Piano Industriale del MPS da vera e propria macelleria sociale, un Piano Industriale che naviga a vista e peserà tantissimo sulle famiglie, prevedendo 4600 esuberi (di cui ben 2360 effettive esternalizzazioni), lasciando i lavoratori da soli a fronteggiare la situazione? Meno male che la Sinistra voleva bene ai lavoratori… …invece questi ultimi sono “costretti” a riporre le proprie speranze nell’azione di pulizia della Magistratura e nelle verità offerte dai blog (anche quelli anonimi!) e da un giornale senese online, perché sanno che gli organismi preposti (di revisione, di vigilanza o sindacali) sono tutti accondiscendenti”.