"Correntisti e dipendenti come capri espiatori"
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SIENA. Il Piano industriale della Banca Mps è stato fortemente criticato Lega Nord, che, dopo la dichiarazione su Facebook del vicesegretario federale, Matteo Salvini, ha presentato in Senato, con Massimo Bitonci, un’interrogazione parlamentare.
“A fare le spese della gestione allegra di Mps non possono essere né i correntisti, né i dipendenti. Il piano di ristrutturazione aziendale, così come approvato, provocherebbe un’inaccettabile macelleria sociale”, ha dichiarato il presidente dei senatori della Lega Nord Massimo Bitonci, che ha presentato un’interrogazione parlamentare per il ministro dell’Interno sul drastico piano reso noto dai vertici di Rocca Salimbeni.
“La ratio della dirigenza è semplice: per risparmiare licenziamo il 25% dei dipendenti. Tutto questo è semplicemente assurdo”, rileva Bitonci. “Il Presidente Alessandro Profumo, l’Amministratore delegato Fabrizio Viola e il capo del personale Ilaria Dalla Riva dimostrano di considerare i lavoratori come una zavorra e non come una risorsa. Peccato che sia stato proprio il personale a contribuire direttamente al primo aumento di capitale per l’acquisto di Banca Antonveneta.
Non è accettabile che i lavoratori perdano il posto o siano esternalizzati per colpa di pochi furbetti che, in totale impunità, hanno svuotato le casse con l’appoggio della politica. La Lega non permetter- che l’ennesimo fallimento del capitalismo relazionale italiano sia pagato dalla gente onesta che lavora lontano dai salotti del potere”.
L’unica certezza del Piano di Viola e Profumo è che a fare le spese di quello che è successo alla Banca, oggi come nei mesi passati, saranno solo ed esclusivamente i dipendenti e la comunità senese. Fino ad oggi non è possibile conoscere né progetti né idee di sviluppo, nonostante l’A.D. Fabrizio Viola sia arrivato a Siena due anni fa.
E’ assurdo, poi, pensare che il Fondo di Solidarietà, che nell’ultima mandata è stato alimentato dalle sei giornate di solidarietà date da tutti i dipendenti in servizio, possa tollerare altri 2.900 prepensionamenti, coloro che hanno già pagato troppo: da anni non c’è più il premio di produzione, da anni non c’è più lo stock granting, il TFR non è stato ancora pagato a chi è andato in pensione.
La Lega crede fortemente che la nazionalizzazione della Banca Monte dei Paschi – fortemente osteggiata da Profumo e Viola – sia l’unica strada percorribile.
Ci pare opportuno che i lavoratori siano coinvolti per capire come vuole agire l’azienda: il Piano Industriale, in realtà, ci sembra solo un “libro dei sogni”. Quali sono i flussi di cassa attesi per i prossimi anni? Cosa faranno quando fallirà? Licenzieranno? Con quali numeri? Dove?
Per la Fondazione Monte dei Paschi, invece, destinata pressoché a sparire, riteniamo valida la proposta fatta a Siena TV dall’ex-sindaco di Siena Pierluigi Piccini, volta a mettere in sicurezza Palazzo Sansedoni utilizzando il “tesoretto” da 600-700 milioni di Euro, da mettere “in cascina” per poi fare utili in futuro.
Lega Nord Toscana – Sezione comunale di Siena