Risposta a Vigni che chiede di "chiudere la stagione dei veleni"
SIENA. Da Lega Nord Siena riceviamo e pubblichiamo.
«No, non ci siamo proprio. La “stagione dei veleni” – come, sbagliando, la chiama il Vigni, visto che andrebbe meglio chiamata “la stagione del dissesto” – non può che chiudersi con una doverosa presa di responsabilità da parte di quel partito (il PD) e dei suoi esponenti ex diessini e non, che hanno provocato il disastro delle nostre Istituzioni, a partire dalla Banca e dalla Fondazione. Vigni parla di percorso di rilancio e di recupero, operato attraverso la nomina di personalità “di alto profilo”, da parte della Fondazione, nel CDA della Banca. A Vigni dobbiamo ricordare che Alessandro Profumo è stato rinviato a giudizio per frode fiscale nell’ambito dell’inchiesta Brontos e che, fino ad oggi, il nuovo Consiglio di Amministrazione non ha assolutamente abbandonato le logiche di spartizione politica e partitica da “manuale Cencelli” che hanno sempre contraddistinto le nomine stesse, salvo poi trasferirle da Siena a Firenze, Roma e Milano. Dov’è la discontinuità?
Per Vigni, dunque, il PD ed il Ceccuzzi sono degli angioletti innocenti. Noi crediamo che non serva “serenità e senso di responsabilità”, ma servirebbe solo un’assunzione di responsabilità da parte di chi ha creato questi danni. Il raggiungimento della redditività della Banca non può essere effettuata e raggiunta a discapito vuoi dello status di bancari di quegli oltre 2300 dipendenti considerati in esubero (oltre 1600 del Consorzio Operativo, centinaia dei quali a Siena) o, peggio, perdendo la senesità della Banca. Dov’è la quota adeguata di azioni della Fondazione MPS, quando quest’ultima, con il nuovo aumento di capitale (il terzo in pochi anni) che il 9 ottobre dovrà deliberare l’Assemblea degli Azionisti, rischia di perdere ogni legame con il territorio.
L’intervento di Vigni tocca il fondo quando chiede di “preservare una quota maggioritaria degli enti locali nelle nomine della Fondazione Mps”. Premesso che quest’ultima è stata dissanguata dall’ultimo aumento di capitale e che ormai non conta più nulla ed ha l’intero capitale in garanzia del pool di banche creditrici, l’unico aspetto che interessa al Vigni ed al PD senese è quello di tutelare le poltrone e la possibilità di distribuirle agli amici degli amici, con l’unico scopo di mantenere il consenso in città. Poco importa se esse non conteranno nulla. Per Vigni è questo il vero problema, non quello che andrà di scena il 9 ottobre, quando il CDA guidato da Alessandro Profumo, chiederà di snaturare l’Assemblea degli Azionisti di gran parte delle sue attribuzioni, tra cui anche quella riguardante la cessione dei rami d’azienda, con conseguente “mano libera” nei confronti dei dipendenti.
Come mai il PD su questo tace? Vogliono consegnare il futuro della Banca (e dei suoi dipendenti) e della città stessa nelle mani di Profumo? Taccia il Vigni (e non faccia il permaloso), perché proprio lui, che è membro del Consiglio di Amministrazione di MPS Immobiliare, è l’ultimo che può parlarci di discontinuità nei confronti delle ingerenze politiche nella Banca».