Da Antonveneta a Consum.it i tanti tasselli dell'immagine del nuovo Monte
di Red
SIENA. Fibrillazione da ieri (4 settembre) anche nell’area nord-est di MPS. L’incontro tra Dalla Riva e i sindacati ha messo in evidenza il rischio per i 400 addetti del Centro Operativo padovano di essere esternalizzati. Come rileva Emanuele De Marchi della Fabi: “Non è detto che il Monte riesca a ridurre così tanto i costi affidando ad altre società lavorazioni finora tenute all’interno del gruppo. Tra l’altro, questa è una direzione opposta a quanto si è stabilito di recente con il rinnovo del contratto nazionale: l’orientamento è di far tornare dentro gli istituti servizi e prodotti ora gestiti all’esterno”. Cosa cambierà con la fusione di Antonveneta per incorporazione nella capogruppo Mps? E’ previsto dalle carte che ciò avverà entro il primo trimestre del prossimo anno. Sparirà la Direzione Generale da Piazzetta Turati, trasformandosi nella sede della maxi- area di Mps, la più grande del gruppo: si governerà su tutta la rete del Nordest, comprese le filiali che erano rimaste finora sotto l’insegna dell’istituto senese. A livello occupazionale si tratterrà di una perdita di 60 posti di lavoro. Dunque le chiusure di sportelli Antonveneta avverranno solo dopo l’incorporazione: nel dettaglio, non è stato ancora specificato, ma si parla tra le 29 e le 36 unità con circa 173 dipendenti, tutti da ricollocare nelle filiali che rimarranno operative. Chiuderanno anche una bella fetta di agenzie finora targate MPS, tra le 39 e le 45, per una nuova rete nordest che comprenderà le province di Bologna e di Mantova. Le sorti del marchio Antonveneta non sono chiare: Alessandro Profumo, nella visita padovana del 6 luglio, parlò di un suo mantenimento in vita anche se “non necessariamente in tutti i territori e in tutti i segmenti di mercato”.