Ne ha parlato nel confronto pubblico appositamente organizzato

SIENA.Al centro di un disegno di città modello c’è l’attenzione per il lavoro, per l’istruzione e i servizi alla persona, per il servizio sanitario, è quello di cui si è parlato ieri (2 maggio) presso l’hotel San Marco a Siena, nell’ambito del confronto pubblico sul tema: “Policlinico e sanità proposte sui problemi”, organizzato dalla lista Alessandro Pinciani sindaco.Di seguito i punti principali discussi pubblicamente e le proposte risolutive.
Il servizio sanitario è dunque un aspetto primario che merita la massima attenzione e il massimo impegno. Siena, città modello fino ad una ventina di anni fa, offriva ai senesi e non solo, una eccellenza tra i migliori servizi sanitari della regione. Il policlinico Santa Maria alle Scotte era polo di specializzazione in Toscana: all’avanguardia in diverse specializzazioni, forte della presenza di una Facoltà di Medicina caratterizzata da docenti illuminati e di grande fama.
Con un moto lento ma progressivo il patrimonio di eccellenza sanitaria senese è stato massacrato. La grande struttura del policlinico è stata trascurata persino nella manutenzione ordinaria. Da enorme policlinico all’avanguardia è diventato un edificio arretrato e inadeguato, con strutture cadenti e sale operatorie insufficienti e anche non adeguate. I tagli drastici che da anni sono stati messi in atto dalla Regione Toscana con accanimento terapeutico certo non aiutano il mantenimento delle eccellenze presenti a Siena. La drastica riduzione dei posti letto e la necessaria riorganizzazione dei reparti, senza la possibilità di assunzione di nuovi professionisti e di personale infermieristico ha messo a dura prova la quotidiana attività del policlinico.
Questa tendenza deve essere da subito invertita. Perciò serve con urgenza, un’azione di contrasto che parta dal territorio; dagli enti pubblici- in testa il Comune – a tutela delle Scotte e di tutto il sistema che gli ruota intorno. L’azione di difesa deve partire dal consolidamento e potenziamento delle eccellenze esistenti e dalla reale valorizzazione delle risorse umane.
Occorre creare percorsi assistenziali multidisciplinari ben delineati, interconnessi, trasparenti e di facile accessibilità; creare una task force comunale all’interno dell’assessorato comunale di pertinenza per un’analisi dei punti di forza e delle criticità in campo sanitario. Utilizzo delle risorse con priorità alle necessità più urgenti e drastici tagli agli sprechi.
Importante anche – come ha già cominciato a fare il dg Giovannini – un totale ripensamento degli ambulatori per un maggiore rispetto della privacy e della “dignità nell’attesa” e per migliorare l’accessibilità ai disabili. E, contestualmente a questa riorganizzazione pensiamo alla creazione di un punto unico di accettazione integrato con il CUP (prenotazioni, visite e pagamenti) che consenta la riduzione dei tempi di attesa per le prestazioni sanitarie su tutte le specialistiche.
Il rilancio delle Scotte passa necessariamente dal rilancio della Facoltà di Medicina attraverso la promozione e lo sviluppo dell’innovazione tecnologica, scientifica e di ricerca in campo sanitario permettendo alla popolazione l’accesso a servizi sanitari innovativi, più efficaci ed efficienti. Questo vuol dire anche recuperare e potenziare le Scuole di specializzazione sanitaria per assicurare alla città le migliori future risorse professionali.
In questo quadro di riorganizzazione il ruolo del SINDACO e della macchina comunale non può restare marginale: il Primo Cittadino deve farsi garante delle emergenze sanitarie e migratorie, della protezione civile e del terzo settore; deve sviluppare una fitta integrazione tra sistema ospedaliero e città. Deve, infine, fare da ponte tra l’Ospedale ed il territorio attraverso l’Assistenza Domiciliare e l’integrazione con i servizi socio-sanitari pubblici.
In questi anni è mancato molto anche il confronto con la ricca rete del volontariato particolarmente attivo a Siena e nella provincia. Facciamo nostro l’appello di Mario Balzanelli, Presidente della Società Italiana Sistema 118 che denuncia “lo smantellamento degli organi medici e infermieristici, ossia della componente sanitaria in grado di assicurare al paziente diagnosi e terapia, potenzialmente salvavita”. Dobbiamo mettere il personale sanitario in condizione di fare la differenza tra la vita e la morte. Anche nella nostra provincia le cose non vanno meglio. Lo andiamo dicendo da molto tempo. Aprire un tavolo comunale che accolga medici, infermieri e volontariato in ambito socio sanitario permetterebbe di creare una fitta rete di servizi collegata e coordinata che impedirebbe la dispersione delle energie e delle risorse.
Siena è ancora ricca di uomini e donne capaci, volenterosi, pronti ad operare per il bene della collettività. Questa immensa risorsa non può essere sprecata in rivoli che si disperdono e non danno giusto valore alle attività assistenziali e sanitarie che pure vengono svolte in città.
Il futuro sindaco dovrà farsi carico di mettere insieme ogni possibile contributo che arriva dal territorio e valorizzarlo attraverso un confronto continuo, mirato a dare ai cittadini un servizio sanitario capillare, attento ad ogni esigenza e necessità.