Siena Pirata contro i "bonus": "Basta assistere inermi alla regalia di risorse pubbliche ai soliti furbetti"

SIENA. Da Siena Pirata riceviamo e pubblichiamo.
“E allora sì, propaganda, propaganda/Non c’è più niente che mi manca/E allora sì, propaganda, propaganda/ La risposta ad ogni tua domanda” canta il rapper Fabri Fibra nella canzone dal titolo “Propaganda”, molto in voga qualche anno fa. E di propaganda vogliamo parlare oggi, una moda della politica che fatica a scomparire in questo clima da campagna elettorale perenne, in cui la caccia al voto per il mantenimento della poltrona pare essere la priorità.
Nello specifico, guardiamo ai vari “bonus”, una moda esplosa qualche anno fa per erogare contributi e sgravi fiscali (leggasi: soldi pubblici) a chi rientra in certe fasce reddituali. Ad esempio, basandosi sull’ISEE – Indicatore della Situazione Economica Equivalente -, un criterio con cui lo Stato eroga contributi basandosi sul patrimonio mobiliare e immobiliare di una famiglia. Solo che, nel Paese campione dell’evasione fiscale (di cui la “famosa” lotta promessa dall’attuale Governo pare non aver dato i risultati sperati [1]), cosa potrebbe mai andare storto? Beh, ve lo diciamo noi: a beneficiare di tante sovvenzioni, inclusi i contributi ai servizi scolastici, sono soprattutto le famiglie che evadono di più (redditi dichiarati bassi). Uno schiaffo morale che avvilisce ancora di più sia i contribuenti onesti che i dipendenti, su cui grava gran parte della tassazione nazionale, unito all’adozione di fasce discutibili: i ticket sanitari, ad esempio, sono sempre 38€ sia per chi ha un reddito di 40k € annui che di chi ne ha 400k €.
Crediamo che tutte queste misure di sostegno basate sul reddito “apparente”, in Italia, siano offensive e ingiuste. Smettiamola con il buonismo benpensante del “se qualcuno evade non possono pagarla tutti i bisognosi”, perché i numeri dicono che ad evadere non è proprio una marginale minoranza. Il sostegno a chi ha bisogno deve passare da misure diverse dal mero contributo economico, di cui è facile abusare: inclusione, formazione, avviamento al lavoro anche attraverso i bandi del servizio civile e via dicendo. Non è più tollerabile, in una situazione di tassazione (per i pochi che pagano le tasse) sempre più alta, assistere inermi alla regalia di risorse pubbliche ai soliti furbetti, che penalizzano –con i costanti tagli ai servizi pubblici come scuola e sanità e conseguente degrado dei servizi – chi ha contribuito onestamente al Paese.
Chiediamo quindi alle Amministrazioni Comunali di interrompere le agevolazioni e contributi vari basati sull’ISEE e di puntare, invece, ad avere costi più equi per i vari servizi, rendendoli accessibili anche a chi non ha forte potere economico.
[1] https://quifinanza.it/fisco-