SIENA. Sfiorano i 200 milioni di euro le risorse erogate dalle Fondazioni di origine bancaria nel 2009 a favore della ricerca in Italia. L’anticipazione sui risultati di sistema relativi al bilancio globale dello scorso esercizio fornita dall’Acri, l’associazione che le rappresenta collettivamente, in occasione del convegno “Il trasferimento tecnologico: una necessità per il Paese. Ruolo ed esperienze delle Fondazioni di origine bancaria”, conferma un trend già riscontrato negli ultimi anni che vede attestarsi la ricerca come il principale settore d’intervento delle Fondazioni di origine bancaria al secondo posto dopo Arte, attività e beni culturali, con un’assegnazione complessiva in cinque anni, dal 2005 al 2009, di oltre un miliardo di euro.
"Sostenere finanziariamente la ricerca è molto importante, ma non è condizione sufficiente per lo sviluppo del Paese", ha sottolineato Giuseppe Guzzetti, presidente dell’Acri, nell’incontro di oggi a Roma a cui sono intervenuti fra gli altri, in qualità di relatori: Maria Stella Gelmini, ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca; Enrico Decleva, presidente della Crui – Conferenza dei Rettori delle Università Italiane; Daniel Kraus, vicedirettore generale di Confindustria.
"Per rendere produttivi gli investimenti in ricerca – ha detto Guzzetti – è fondamentale intervenire sul fronte del trasferimento tecnologico, ovvero su quell’insieme complesso di attività svolte per portare le innovazioni tecnologiche dal soggetto che le detiene e sviluppa, generalmente enti di ricerca pubblici, al soggetto che le traduce in un prodotto commerciabile sul mercato. Le Fondazioni di origine bancaria – ha spiegato il Presidente dell’Acri – non possono sostenere direttamente le imprese con le loro erogazioni filantropiche, ma possono comunque svolgere, e lo svolgono, un ruolo molto attivo sul fronte del trasferimento tecnologico. Hanno così deciso di avviare una riflessione approfondita su questo tema, in particolare tramite l’impegno della Commissione Ricerca Scientifica dell’Acri, presieduta da Andrea Landi, che ha prodotto gli interessanti risultati proposti all’attenzione di questo convegno".
Da un’indagine condotta da Maurizio Sobrero, Andrea Vezzulli e Giovanni Ranzolin dell’Università di Bologna, illustrata oggi da Andrea Landi, che è anche presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, risulta che il sottosettore “Ricerca nel campo delle scienze naturali e tecnologico” raccoglie un terzo delle erogazioni delle Fondazioni impiegate in Ricerca, settore che (riferendosi ai dati 2007) riceve dalle Fondazioni risorse pari a un po’ meno della metà (247 milioni di euro contro 589 milioni di euro) delle spese nazionali per ricerca sostenute dall’intero mondo del terzo settore.
L’indagine ha indagato approfonditamente le scelte di 12 Fondazionii (9 grandi e 3 medio-grandi, con un patrimonio complessivo pari al 56% del sistema Fondazioni di origine bancaria) particolarmente attente al sostegno alla ricerca, evidenziando come spesso esse impieghino su questo fronte non solo erogazioni filantropiche, ma anche quote di patrimonio. E’ il caso della partecipazione a fondi di venture capital di recente costituzione – come TTVentureii, Toscana Innovazioneiii, Principiaiv – aventi come finalità il finanziamento e il sostegno alla creazione di nuove imprese ad alto contenuto tecnologico.
E’ da rilevare come in questi tre fondi di venture capital la presenza delle Fondazioni sia di tutto rilievo, con ben 23 enti coinvolti e una quota di partecipazione superiore al 50% in tutti e tre i casi. Rapportando le risorse messe a disposizione dalle Fondazioni in questa tipologia di fondi con il totale raccolto in Italia dai fondi di Early Stage nel 2008, si può notare come in questo settore il peso complessivo (in termini di capitale sottoscritto) delle 12 Fondazioni considerate sia stato di circa il 19%, assumendo una crescente importanza in un mercato (quello del Seed Capital e dell’Early Stage, cioè quei fondi finalizzati al sostegno delle fasi di concepimento e avviamento delle imprese) che in Italia fatica ancora a decollare tra gli investitori “istituzionali”. E’ inoltre da ricordare che ci sono anche tipologie di iniziative, come la costituzione di enti strumentali e il relativo supporto, per le quali oltre ai finanziamenti da erogazioni le Fondazioni promotrici aggiungono risorse patrimonialiv .
La partecipazione complessiva delle Fondazioni intervistate ai fondi di venture capital nel 2008 ha rappresentato circa il 50% dei loro interventi di trasferimento tecnologico (in termini di importi impegnati) seguito dal sostegno ad enti strumentali (con circa il 29% degli importi) e ad enti e associazioni non strumentali (il 17%): si tratta in genere di erogazioni tramite bandi e donazioni.
In merito alle modalità con cui i soggetti finanziati dalle Fondazioni operano per sviluppare e promuovere attività di trasferimento tecnologico, i ricercatori hanno definito i seguenti raggruppamenti: Istituzioni di trasferimento tecnologico (TT); Parchi tecnologici, incubatori, acceleratori d’impresa; Resource allocators; Grants a Ricerca applicata.
Le Istituzioni di TT hanno come attività principale lo sviluppo e l’applicazione di nuovi prodotti o tecnologie, disponendo di strutture e ricercatori propri che lavorano sinergicamente con imprese, università ed Ecr. Esempi sono: l’Istituto Superiore Mario Boellavi, le società Nestingvii, Rinnovaviii e Siena Biotechix, Tinnovax, DemoCenter-Sipexi, Cesecaxii, il Centro di Medicina Rigenerativa “Stefano Ferrari”xiii.
I Parchi tecnologici, incubatori, acceleratori d’impresa hanno come attività principale quella di mettere a disposizione delle imprese ad elevato contenuto tecnologico strutture scientifiche e servizi (informazione, consulenza o brokeraggio) per favorirne e accelerarne lo sviluppo. Esempi sono: Toscana Life Sciencesxiv, Sitcam–Emasxv, Veneto Nanotechxvi, Start-Cubexvii, Fondazione Filaretexviii.
I Resource allocators hanno come attività principale quella di mettere a disposizione delle imprese ad elevato contenuto tecnologico risorse finanziarie sia mediante partecipazioni in capitale che mediante grants. Esempi sono: Agerxix, Progetto Lagrangexx, Start-Cup Venetoxxi, Biofundxxii e i fondi di venture capital.
Grants a Ricerca applicata: l’attività principale del soggetto finanziato dalla Fondazione (generalmente università e centri di ricerca pubblici) è quella di sviluppare progetti di ricerca applicata che con molta probabilità (e nel breve-medio periodo) si tradurranno in conoscenza trasferibile e utilizzabile dal mondo delle imprese. Alcune delle iniziative che rientrano in questa categoria sono i finanziamenti per il Centro Interdipartimentale Grandi Strumentixxiii, le borse Ismettxxiv, il laboratorio Iccom – Hydrolab del Cnrxxv.
E’ infine da segnalare il particolare valore delle iniziative in rete, come ad esempio Ager e TT Venture, che consentono massa critica, collaborazione tra enti di ricerca operanti nei territori e standard valutativi comuni.
"Sostenere finanziariamente la ricerca è molto importante, ma non è condizione sufficiente per lo sviluppo del Paese", ha sottolineato Giuseppe Guzzetti, presidente dell’Acri, nell’incontro di oggi a Roma a cui sono intervenuti fra gli altri, in qualità di relatori: Maria Stella Gelmini, ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca; Enrico Decleva, presidente della Crui – Conferenza dei Rettori delle Università Italiane; Daniel Kraus, vicedirettore generale di Confindustria.
"Per rendere produttivi gli investimenti in ricerca – ha detto Guzzetti – è fondamentale intervenire sul fronte del trasferimento tecnologico, ovvero su quell’insieme complesso di attività svolte per portare le innovazioni tecnologiche dal soggetto che le detiene e sviluppa, generalmente enti di ricerca pubblici, al soggetto che le traduce in un prodotto commerciabile sul mercato. Le Fondazioni di origine bancaria – ha spiegato il Presidente dell’Acri – non possono sostenere direttamente le imprese con le loro erogazioni filantropiche, ma possono comunque svolgere, e lo svolgono, un ruolo molto attivo sul fronte del trasferimento tecnologico. Hanno così deciso di avviare una riflessione approfondita su questo tema, in particolare tramite l’impegno della Commissione Ricerca Scientifica dell’Acri, presieduta da Andrea Landi, che ha prodotto gli interessanti risultati proposti all’attenzione di questo convegno".
Da un’indagine condotta da Maurizio Sobrero, Andrea Vezzulli e Giovanni Ranzolin dell’Università di Bologna, illustrata oggi da Andrea Landi, che è anche presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, risulta che il sottosettore “Ricerca nel campo delle scienze naturali e tecnologico” raccoglie un terzo delle erogazioni delle Fondazioni impiegate in Ricerca, settore che (riferendosi ai dati 2007) riceve dalle Fondazioni risorse pari a un po’ meno della metà (247 milioni di euro contro 589 milioni di euro) delle spese nazionali per ricerca sostenute dall’intero mondo del terzo settore.
L’indagine ha indagato approfonditamente le scelte di 12 Fondazionii (9 grandi e 3 medio-grandi, con un patrimonio complessivo pari al 56% del sistema Fondazioni di origine bancaria) particolarmente attente al sostegno alla ricerca, evidenziando come spesso esse impieghino su questo fronte non solo erogazioni filantropiche, ma anche quote di patrimonio. E’ il caso della partecipazione a fondi di venture capital di recente costituzione – come TTVentureii, Toscana Innovazioneiii, Principiaiv – aventi come finalità il finanziamento e il sostegno alla creazione di nuove imprese ad alto contenuto tecnologico.
E’ da rilevare come in questi tre fondi di venture capital la presenza delle Fondazioni sia di tutto rilievo, con ben 23 enti coinvolti e una quota di partecipazione superiore al 50% in tutti e tre i casi. Rapportando le risorse messe a disposizione dalle Fondazioni in questa tipologia di fondi con il totale raccolto in Italia dai fondi di Early Stage nel 2008, si può notare come in questo settore il peso complessivo (in termini di capitale sottoscritto) delle 12 Fondazioni considerate sia stato di circa il 19%, assumendo una crescente importanza in un mercato (quello del Seed Capital e dell’Early Stage, cioè quei fondi finalizzati al sostegno delle fasi di concepimento e avviamento delle imprese) che in Italia fatica ancora a decollare tra gli investitori “istituzionali”. E’ inoltre da ricordare che ci sono anche tipologie di iniziative, come la costituzione di enti strumentali e il relativo supporto, per le quali oltre ai finanziamenti da erogazioni le Fondazioni promotrici aggiungono risorse patrimonialiv .
La partecipazione complessiva delle Fondazioni intervistate ai fondi di venture capital nel 2008 ha rappresentato circa il 50% dei loro interventi di trasferimento tecnologico (in termini di importi impegnati) seguito dal sostegno ad enti strumentali (con circa il 29% degli importi) e ad enti e associazioni non strumentali (il 17%): si tratta in genere di erogazioni tramite bandi e donazioni.
In merito alle modalità con cui i soggetti finanziati dalle Fondazioni operano per sviluppare e promuovere attività di trasferimento tecnologico, i ricercatori hanno definito i seguenti raggruppamenti: Istituzioni di trasferimento tecnologico (TT); Parchi tecnologici, incubatori, acceleratori d’impresa; Resource allocators; Grants a Ricerca applicata.
Le Istituzioni di TT hanno come attività principale lo sviluppo e l’applicazione di nuovi prodotti o tecnologie, disponendo di strutture e ricercatori propri che lavorano sinergicamente con imprese, università ed Ecr. Esempi sono: l’Istituto Superiore Mario Boellavi, le società Nestingvii, Rinnovaviii e Siena Biotechix, Tinnovax, DemoCenter-Sipexi, Cesecaxii, il Centro di Medicina Rigenerativa “Stefano Ferrari”xiii.
I Parchi tecnologici, incubatori, acceleratori d’impresa hanno come attività principale quella di mettere a disposizione delle imprese ad elevato contenuto tecnologico strutture scientifiche e servizi (informazione, consulenza o brokeraggio) per favorirne e accelerarne lo sviluppo. Esempi sono: Toscana Life Sciencesxiv, Sitcam–Emasxv, Veneto Nanotechxvi, Start-Cubexvii, Fondazione Filaretexviii.
I Resource allocators hanno come attività principale quella di mettere a disposizione delle imprese ad elevato contenuto tecnologico risorse finanziarie sia mediante partecipazioni in capitale che mediante grants. Esempi sono: Agerxix, Progetto Lagrangexx, Start-Cup Venetoxxi, Biofundxxii e i fondi di venture capital.
Grants a Ricerca applicata: l’attività principale del soggetto finanziato dalla Fondazione (generalmente università e centri di ricerca pubblici) è quella di sviluppare progetti di ricerca applicata che con molta probabilità (e nel breve-medio periodo) si tradurranno in conoscenza trasferibile e utilizzabile dal mondo delle imprese. Alcune delle iniziative che rientrano in questa categoria sono i finanziamenti per il Centro Interdipartimentale Grandi Strumentixxiii, le borse Ismettxxiv, il laboratorio Iccom – Hydrolab del Cnrxxv.
E’ infine da segnalare il particolare valore delle iniziative in rete, come ad esempio Ager e TT Venture, che consentono massa critica, collaborazione tra enti di ricerca operanti nei territori e standard valutativi comuni.