Il sindaco ha risposto ad una interrogazione di Pinassi (M5S)

SIENA. Ulteriore passaggio in Consiglio sulle vicende di Banca MPS con l’interrogazione di Michele Pinassi (Siena 5 Stelle), il quale, riportando notizie stampa, ha fatto riferimento “alle difficoltà dell’istituto senese per i circa 47 miliardi di euro di crediti deteriorati, dei quali il 70% riferibili a prestiti concessi a 9300 soggetti per cifre superiori a 500mila euro”. Esternando preoccupazione per le possibili ripercussioni sul destino di Fondazione MPS e quindi per il territorio senese, il consigliere ha chiesto al sindaco “come intenda agire per ottenere chiarezza sulle strategie per il rilancio di Banca MPS e il mantenimento della direzione generale a Siena, oltre che le tutele sulla tenuta dei livelli occupazionali” e ha concluso sollecitandolo “a fare il possibile per rendere noto l’elenco dei 9300 creditori eccellenti”.
“La Banca – ha risposto il sindaco Bruno Valentini – oggi si trova davanti a una possibile e necessaria svolta di enorme rilevanza: la sistemazione delle sofferenze e la necessaria ricapitalizzazione, che è conseguente alla prima tappa. Per l’aumento di capitale, in corso, mi auguro non vengano coinvolti i risparmiatori che hanno acquistato obbligazioni convertibili, nella maggior parte dei casi senza rendersi conto dei rischi. Per quanto mi risulta, le due operazioni dovrebbero essere impostate entro la fine dell’anno, anche se non si concluderanno entro questo periodo. Su queste due operazioni – ha proseguito – incidono anche le aspettative del mondo economico internazionale sul nostro Paese in relazione al referendum: per cui, paradossalmente, si potrebbe dire che la città che ha più interesse alla stabilità dell’attuale quadro è proprio Siena, perché ciò faciliterebbe l’aumento di capitale e la messa in sicurezza di Banca MPS”.
Tornando, nello specifico, alle domande poste dal consigliere Pinassi, il primo cittadino ha informato che nel dare il benvenuto al nuovo AD Marco Morelli ha evidenziato, come ribadito più volte, che “le istituzioni senesi, quindi la politica, non condiziona più, da anni, ciò che avviene dentro la Banca, come hanno anche ammesso Viola e Profumo, ma sono attente e non faranno sconti a nessuno per quanto riguarda il mantenimento della Direzione Generale a Siena. Io spero, e farò di tutto, affinché la sistemazione delle sofferenze e la ricapitalizzazione vadano in porto. Se l’operazione riesce, MPS sarà la banca più pulita d’Europa dal punto di vista dei crediti incagliati o delle sofferenze. Un’azienda, quindi, che possa tornare a produrre dividendi in modo forte, che è poi la migliore garanzia per l’autonomia”.
Per quanto concerne i livelli occupazionali, il primo cittadino ha fatto presente come “la previsione di riduzione di personale conseguente al piano della Banca Centrale Europea è stata gestita in modo piuttosto soft, anche attraverso un continuo confronto coi sindacati. Questo a significare che, pur trattandosi di soluzioni dolorose, che in alcuni casi hanno ridotto anche il salario attraverso forme di solidarietà, hanno conseguito risparmi determinanti per l’equilibrio dei conti aziendali. Non so, al momento, se ci saranno ulteriori tagli. In caso affermativo, dovremo capirne il perché e non accettare soluzioni brutali. Mi dispiace, infatti, che per i due dipendenti della Fondazione MPS non si siano trovate soluzioni che in Banca, invece, sono state trovate”.
Sulla richiesta di informazioni relative all’elenco dei creditori, Valentini ha fatto presente che “se fa impressione dire che il 70% dei creditori si concentra sui grandi clienti, fa ancora più impressione prendere atto che, nelle altre grandi banche, il dato sale all’80%. Quindi, nonostante tutto, il Monte dei Paschi ha avuto sempre un occhio di riguardo in più, rispetto ad altri, verso il mondo delle piccole e medie imprese, dei piccoli clienti. E questo l’ha pagato caro in termini di sofferenze. Una buona parte di crediti problematici proviene proprio da quel settore su cui venne allargata la disponibilità a far credito in un periodo nel quale le altre banche si ritiravano, dal 2009 al 2011. Non credo che né io, né il presidente della Regione Toscana o il consigliere Pinassi abbiamo il diritto di avere l’elenco delle aziende o degli imprenditori a cui il Monte ha dato credito”.
“Non ci vedo nulla di male – ha replicato Michele Pinassi – nella pubblicazione di tale elenco, perché se un’azienda è in buona fede e ha compiuto azioni oculate non ha problemi a dire che ha preso un prestito al MPS. Nel mio mondo ideale è inaccettabile non sapere a chi è stato fatto credito, perché le conseguenze di queste operazioni le paga l’intera collettività, direttamente o indirettamente. Collegare poi l’esito del referendum al salvataggio o meno di Banca MPS e al suo aumento di capitale lo trovo quantomeno azzardato. Non so se 60 milioni di italiani sono disposti a sacrificare la loro sovranità popolare per accontentare una decina di migliaia di personalità che in questi anni sono ingrassati alle spalle di Banca MPS”.