Siena: MPS deve ancora rimborsare i Tremonti bond, conviene?
di Red
SIENA. La novità politica nazionale per la riapertura dei mercati in Italia è la presa di posizione di Abi, Alleanza cooperative, Ania, Claai, Coldiretti, Confagricoltura, Confapi, Confindustria e Rete Imprese secondo cui per procedere alle liberalizzazioni ”non c’e’ alcun motivo di attendere una modifica dell’articolo 41 della Costituzione, cosa in sè positiva”. Lo hanno affermato in una nota congiunta banche, assicurazioni e mondo delle imprese nella serata di sabato, in cui hanno chiesto al governo anche di ”anticipare i tagli ai costi della politica: sarà altrimenti molto difficile chiedere sacrifici al Paese”.
Stretti nell’angolo, i veri protagonisti della vita economica del paese parlano finalmente alla politica che li dovrebbe guidare: ”Con le decisioni annunciate ieri, il Governo ha preso atto della serietà della situazione sui mercati finanziari”, confermando indirettamente l’opinione di Standard e Poor’s e delle agenzie di rating che questo esecutivo ha risposto fino ad oggi, per la parte che gli competeva, a una situazione finanziaria mondiale gravissima con bizantinismi verbali, illusioni elettoralistiche, declino di responsabilità. Per organizzazioni che fino a ieri si erano distinti per silenzio e prudenza, un bel passo in avanti. Per di più Berlusconi e Tremonti sono incalzati dai governanti europei pronti attraverso la Bce a sostenere la solvibilità italiana. Sono gli stessi a cui negli anni passati hanno datola colpa di qualsiasi cosa che non andava bene, e ora sono ridotti alla loro mercè. Negli USA, invece, sempre per colpa della miopia politica, ci si è svegliati da un sogno di grandeur durato oltre 70 anni. C’è una parte del paese che vorrebbe eliminare i debiti pubblici non rimborsando gli investitori stranieri, in primis la Cina. Come se non pagare i debiti significhi non averli. Ma le connessioni tra gli stati oggi sono talmente complesse che il semplicismo del Tea Party è fuori dalla realtà, e sancisce il declino del potere americano sul mondo.
L’Asia, nella notte, ha aperto gli occhi a tutti: oro ai massimi oltre 1700 dollari l’oncia. Il downgrade USA sta affossando le borse, e cosa più grave, oltre i titoli finanziari vengono penalizzati anche gli industriali, segno del pericolo di una imminente fase recessiva. Oggi vedremo se la decisione della Bce di acquistare Btp può aiutare la situazione italiana acquistando Btp, cosa che fa entrare ufficialmente l’Italia nel club dei pericolanti insieme a Portogallo, Grecia, Irlanda e Spagna. Meno male che, ben consapevoli delle difficoltà, i nostri governanti si erano concessi oltre un mese di ferie estive! Per oggi ci si attende il calo dello spread tra Bund e Bpt per prima cosa, grazie appunto alla manovra Bce. Peccato che si sarebbe dovuta fare un anno fa: alleggerendo allora il portafoglio titoli delle banche italiane, costrette dal ministro dell’Economia a riempirsi la pancia di titoli di stato anche se ricompensate sulla remunerazione, la solvibilità del sistema Italia sarebbe stata sicura e molte delle difficoltà di questi mesi risolte in radice.
A proposito, per il titolo MPS, la possibilità di trasformare il rimborso dei Tremonti-bond in un prestito a tasso agevolato per la banca senese rimane aperta, per migliorare la liquidità. Forse mossa necessaria, visto che dopo l’aumento di capitale Rocca Salimbeni ha già fatto passare un mese con i soldi in cassa senza procedere al rimborso ed evitare l’ulteriore accumularsi degli esosi interessi, visto che il risparmio è già stato messo in preventivo come utile nella prossima imminente semestrale. Ora partiamo per questa settimana di borsa. Nella notte, come già detto, il prevedibile crollo delle borse asiatiche, che dovevano scontare la decisione di Standard & Poor’s sul rating degli USA visto che quei paesi sono detentori di ingenti quantità di titoli di stato statunitensi. Ma la musica in Europa dovrebbe essere diversa, almeno fino a quando il governo italiano non spiegherà ai mercati, ai cittadini, alle imprese dove e come taglierà le spese per ridurre il disavanzo e raggiungere il pareggio nel 2013 come promesso a denti stretti sabato: se si dovesse fare macelleria sociale con rivolte popolari o si dovesse innescare il pericolo della bomba della recessione, anche le iniziative della Bce potrebbero rivelarsi inutili.