![](https://www.ilcittadinoonline.it/wp-content/uploads/originali/1288112954562.jpg)
TOSCANA. Meno biancheria lavata nel 2009 e calo del fatturato medio delle lavanderie industriali, sintomo di meno presenze sul nostro territorio.
Sono i primi dati che emergono da uno studio statistico sui volumi di biancheria lavati che il Consorzio Lavanderie Toscane ha illustrato nell’assemblea tenutasi ieri, mercoledì 14 ottobre, a Scarperia e che dimostra una tendenza negativa del flusso turistico regionale nella stagione appena conclusa.
Dai primi dati economici del settore viene ormai confermata nel 2009 l’inversione di tendenza annunciata ad inizio anno. Il resoconto sulle aspettative del mercato elaborato ad inizio 2009 mostrava un calo del fatturato medio del settore delle lavanderie industriali intorno al 13% con una particolare caduta delle prestazioni di noleggio e lavaggio nel settore alberghiero che si prevedeva giungesse ad un calo del 16%. Nel primo trimestre le previsioni effettuate sono state confermate per poi attenuarsi durante il periodo pasquale e nei ponti di primavera.
“Oggi, con il termine della stagione 2009 – afferma il presidente del Consorzio, Massimo Gentili – abbiamo verificato un calo del fatturato medio delle lavanderie industriali che operano nel settore ristorazione ed alberghiero con punte fino al 21%. Le riduzioni più marcate, si sono verificate nelle aree metropolitane toscane con particolare riferimento alle città d’arte mentre ha sostanzialmente tenuto nelle aree costiere ed in quelle rurali con una forte presenza di strutture extralberghiere”.
“A questa situazione – continua Gentili – si aggiunge una marcata dilazione degli incassi che ha messo nel giro di nove mesi in forte difficoltà il settore soprattutto a fronte anche di nuovi investimenti che rischiano d’interrompere il processo di miglioramento della sicurezza nei luoghi di lavoro oramai in corso da anni. Il calo del volume di fatturato subito in questo periodo ha comportato un ridimensionamento del personale impiegato che consiste in circa mille dipendenti di cui il 70% sono donne. Questo comparto aziendale applica infatti da tempo politiche del personale che pongono una forte attenzione alle esigenze del lavoro femminile”.
“A queste problematiche di natura economica – conclude il presidente – si aggiunge oggi una più grave criticità che mina il mantenimento degli elevati standard di qualità raggiunti dal settore che opera in un’area determinante per le strutture turistiche e di ristorazione, ossia garantire la sicurezza igienica della biancheria utilizzata dagli ospiti e dai consumatori. Stiamo parlando dell’arrivo nel settore di strutture private che non rispettano i minimi requisiti di sicurezza igienica, necessaria non solo per il rispetto delle principali normative di legge, ma soprattutto per garantire ai consumatori la sicurezza di dormire o mangiare con biancheria non infetta”.