La candidata a sindaco replica alle critiche di quanti non hanno apprezzato le sue opinioni sulle modifiche allo Statuto
SIENA. Non scrivo queste righe per difendermi da chi ha fatto assurde illazioni sulla mia posizione circa le modifiche allo Statuto della Fondazione comparse in questi giorni sul web e sulla stampa, perché o sono pregiudiziali, oppure strumentali, finalizzate solo a cercare di diminuire il consenso intorno alla mia candidatura.
I metodi dei politicanti (che adattano la propria opinione all’aria che tira) mi sono però estranei e vorrei fare il sindaco di questa città proprio per apportare un contributo diverso, coerente, non interessato tutti i costi al consenso. Il mio unico metro di valutazione di un provvedimento è e sarà quello di risolvere i problemi della città.
Oggi è essenziale contrastare il PD e ricordare sempre ai cittadini le responsabilità enormi di Ceccuzzi, Mussari e Monaci nel disastro economico e morale della città, e il fatto che Valentini si adatta a qualsiasi alleanza con questa area compromessa, pur di vincere le elezioni.
Però, siccome ritengo giusto dare spiegazioni alle persone che pubblicamente mi hanno criticato in buona fede (come Francesco Andreini), eccole.
Fino a qualche tempo alcuni partiti e gruppi (che adesso gridano allo scandalo) avevano sollecitato alla Deputazione Generale la modifica dello Statuto della Fondazione, e noi di Sinistra per Siena che siamo un gruppo piccolo ma capace di fare politica, abbiamo discusso, rilevato i punti critici, elaborato delle proposte discusse in incontro pubblico e condivise con i circoli dell’Italia dei Valori e di Rifondazione Comunista. Il nostro volantino è stato distribuito alla cittadinanza, ma forse considerato un’esercitazione teorica.
Invece no: su quella base è stata sollecitata la costituzione di una commissione di lavoro all’interno della deputazione Fondazione, ostacolata in ogni modo dal PD che non voleva modificare nulla.
Infatti i lavori sono andati molto a rilento, e si è cercato ogni occasione buona per buttare all’aria il tavolo.
Ma perché: evidentemente il PD ha bisogno di avere a disposizione questi posti da assegnare ai propri uomini e voleva continuare a farlo indisturbato. Ricordiamo che le nomine fatte per lo più da Comune e Provincia non hanno garantito un maggior controllo da parte della Comunità, ma solo la soddisfazione di ambizioni personali di persone amiche e subordinate, profumatamente pagate.
Il testo attuale non ci soddisfa interamente e non corrisponde appieno al nostro obiettivo di eliminare la possibilità di lottizzazione e la corruzione partitica, ma è senz’altro migliore di quello precedente.
In primo luogo se adesso i membri della Deputazione sono quasi tutti sindaci o assessori in carica o ex (con evidente conflitto di interesse), con questo statuto non sarà possibile perché sono stati introdotti nuovi criteri di incompatibilità e ineleggibilità.
Non abbiamo del tutto condiviso la riduzione dei nominati da parte del Comune di Siena (finora sono stati molti, eppure non hanno certo garantito gli interessi della Comunità ), ma l’allargamento all’Università per Stranieri, alla Consulta del volontariato, ad associazioni di rilievo nazionale e internazionale potrà aiutare la diversificazione del patrimonio della Fondazione ed aprire a risorse esterne al territorio.
I membri della Deputazione Amministratrice dovranno possedere competenze economiche e finanziarie più rigidamente stabilite e tenere informata periodicamente la Deputazione Generale sull’andamento della situazione economica. E’ stata perseguita anche una riduzione delle spese, con la diminuzione dei membri delle due Deputazioni e l’eliminazione del gettone di presenza alla sedute per il Presidente, i membri della Deputazione Amministratrice e i Sindaci Revisori che già ricevono un compenso annuo fisso. Finora invece sommavano i due benefici.
Si dirà che non sono modifiche sufficienti: va bene, ma il Sindaco e il Consiglio Comunale che usciranno dalle elezioni, avranno la possibilità di nominare gli organi della Fondazione con nuove regole un po’ più trasparenti, in grado di impedire il ricostituirsi del sistema perverso di scambi di favori in cambio dell’obbedienza.
Non vi pare singolare che tutti i candidati sindaco (da Tucci a Pinassi) si trovino a condividere la stessa posizione del PD ostile alle modifiche? I suoi esponenti all’interno della Deputazione hanno sempre tenuto un comportamento ambiguo e dilatorio, tentando infine un’imboscata il giorno del voto finale.
Ma perché nessuno vuole le modifiche allo Statuto della Fondazione? Dicono perché la Deputazione è screditata; ma perché non si valuta il contenuto delle modifiche?
Dicono perché ormai le elezioni sono vicine; ma se lo statuto non veniva modificato, il Sindaco eletto avrebbe dovuto fare le nomine col solito vecchio sistema: sindaci, assessori e politici trombati che così trovavano un posto caldo; una deputazione amministratrice screditata e poco professionale ecc.
Io non mi farò influenzare da considerazioni di opportunità elettoralistica; se ritengo che una iniziativa sia utile alla città io la sostengo anche contro tutti; ma non per presunzione, solo mi vergognerei a guardarmi nello specchio dopo aver tradito il mio pensiero.
Non so ciò mi porta voti o me li fa perdere, ma la differenza fra me e gli altri candidati (modestamente) è anche questa.
