A sostenere la scelta anche Paolo Ferrero
di Guido Giacomo Corsi
SIENA. Quartiere San Miniato, ex circoscrizione 2. Sono le 21.20 e, leggermente in ritardo, inizia l’incontro tanto atteso. Dopo le liste civiche “Siena di Muove” e “Sinistra per Siena”, da oggi è ufficiale il sostegno di Rifondazione Comunista a Laura Vigni, che, in compagnia di Francesco Andreini, esponente locale del partito e del segretario nazionale Ferrero, ha presentato ai cittadini (non solo senesi, ma anche molti provenienti dai comuni del circondario) la sua scelta.
Alla domanda sul perchè di questo sostegno, la candidata-sindaco risponde: “durante le precedenti elezioni avevamo avuto la possibilità di intraprendere contatti ed alleanze con Rifondazione e l’IDV. Poi, successivamente ad ordini delle segreterie nazionali, gli fu imposto di sostenere il Partito Democratico. E’ rimasta comunque una simpatia ed una grandissima convergenza di idee che, con la funesta occasione di queste elezioni, che avvengono in un momento così critico per la città, ci ha permesso di riprendere i contatti e, ad oggi, di stringere questa alleanza. Purtroppo oggi l’Italia dei Valori non esiste praticamente più, altrimenti avremmo sicuramente ripreso i contatti anche con loro.”
La serata va avanti, con un clima di generale attenzione e silenzio, nel quale i cittadini presenti prendono la parola e domandano agli oratori le loro intenzioni e le loro opinioni sullo stato attuale della città. Questa caratteristica di “informalità” è, in fondo, la base del programma elettorale: ripartire dai cittadini e coinvolgerli in modo attivo nei processi decisionali “senza promettere la luna, ma cose concrete”.
La presenza poi del segretario nazionale Paolo Ferrerro “in giro per i 130 comuni nei quali partecipiamo attivamente alle elezioni” è stata il punto centrale della serata. “Questo governo è il peggiore che il paese potesse avere – spiega in merito all’attuale situazione nel nostro paese – mentre gli italiani vogliono il cambiamento, abbiamo avuto invece uno stallo, con un governo che è un diretto prosieguo dell’esecutivo Monti. La responsabilità ricade soprattutto sul PD, incapace di prendere una decisione e di flessibilità, e sul Movimento 5 Stelle, fossilizzato sulle proprie posizioni, e colpevole di non aver usato l’occasione per dialogare attivamente”.
Il discorso poi cade sull’onestà della politica, visti anche i recenti fatti che hanno coinvolto la Lega Nord a livello nazionale e, in altre parti d’Italia, locale: “nel nostro partito, da vent’anni ad oggi è successo di tutto: scissioni, discussioni, litigate, separazioni. Ma ladri mai.”