"Una cittadinanza attiva e finalmente consapevole deve sostenerla"
Se non è messo nelle condizioni di fare questo non serve a niente, non solo ma, proprio perchè il Comune si trova ad essere l’esattore di tasse inique per conto del Governo, senza riceverne adeguati ritorni diventa uno scudo per il Governo nazionale, per la Bce e per la ‘Ue – e sostanzialmente l’alta finanza – troppo lontani per essere anche solo contestati in forme appropriate.
Finisce così che il Comune, in quanto livello dell’amministrazione pubblica più a diretto contatto con la cittadinanza, diventa il bersaglio della rivolta e del rancore di chi viene escluso dai servizi e dalle politiche di promozione e di sostegno all’occupazione di cui dovrebbe farsi parte attiva.
Il livello comunale deve per questo cambiare la sua essenziale funzione, o meglio integrarla, con una premessa sostanziale quella cioè di sperimentare nuove forme di governo partecipato, sia dei servizi pubblici che del bilancio municipale e promuovere l’organizzazione di una mobilitazione vincente contro i vincoli finanziari – patto di stabilità, fiscal compact , pareggio di bilancio, two packs – da cui discendono le politiche che privano i sindaci dei loro poteri e che, attraverso di essi, espropriano lavoratrici, lavoratori e cittadinanza dei loro diritti e della loro dignità.
Un’altra emergenza impegna Il governo locale del territorio e in particolare la gestione dei servizi pubblici, ed è la scommessa di farli diventare il perno fondamentale della riconversione ecologica, cioè dell’avvio di un diverso meccanismo economico che faccia dei servizi locali il punto di raccordo tra la promozione di nuovi modelli di consumo ecocompatibili, produzioni a basso impatto ambientale, locali e fondati sulla condivisione e la partecipazione comprendendo tutti i campi della vita cittadina e delle zone limitrofe. In questo senso deve essere orientata anche la politica dell’edilizia popolare, della salvaguardia dei suoli e degli assetti idrogeologici – e la riconversione delle aziende senza più mercato alla produzione dei materiali, degli impianti, dei beni e dei servizi necessari a questa transizione.
Comuni e consorzi tra Comuni limitrofi, a maggior ragione dopo l’abolizione delle Provincie, saranno chiamati ad assumersi la responsabilità politica ed economica, ma soprattutto la titolarità giuridica, nel rilevare la gestione delle imprese in crisi, di quelle che chiudono, di quelle dove il management abbandona (magari portando all’estero macchinari, know-how , brevetti e controllo dei mercati).
Scegliere governanti che si orientino nelle loro decisioni partendo da questi presupposti è la prima forma di rivolta che tutti i cittadini possono mettere in campo per avere a disposizione uno strumento efficace di cambiamento.
Non una delega in bianco inoltre, ma un continuo monitoraggio del procedere della gestione del “Bene Pubblico” attraverso l’azione dei movimenti e dei cittadini, che sono ormai maturi e sufficientemente preparati per supportare efficacemente l’azione comunale e favorire la creazione su base volontaria ed indipendente di commissioni di auditoria in grado sia di controllare tecnicamente come e dove vengono impegnate le risorse limitate disponibili, ma anche di proporre alternative forti e innovative, facendo tesoro della rete di informazioni e di esperienze che su tutto il territorio nazionale, ma anche internazionale sono ormai disponibili.
Laura Vigni rimasta lontana dalle lobby speculative e dall’affarismo che ha contraddistinto il governo della città negli ultimi vent’anni è l’unica libera di fare le scelte giuste per il riequilibrio della vita cittadina secondo queste idee di servizio, di stimolo e di proposta sulla direttrice della giusta distribuzione delle risorse.
Affrontare le emergenze che la crisi sta generando non può essere lasciato a chi l’ha provocata.
La forza di Laura è fatta di una costante costruzione di conoscenze ed esperienze, ha fatto delle avversità della vita occasione di crescita, non sottraendosi all’ascolto delle istanze di tutti i piccoli gruppi di volenterosi che su tutto il territorio si battono per contrastare le discriminazioni, l’isolamento delle persone più deboli, la prepotenza dei poteri forti che fanno carta straccia delle regole e delle scelte dei cittadini, partecipando costruttivamente alle loro rivendicazioni.
Proprio sull’alleanza tra le lotte sui territori e il governo del Comune sta l’alchimia necessaria a ricomporre la spaccatura che la malapolitica ha creato tra cittadini ed istituzioni. La scommessa vincente su Laura Vigni, unica donna candidata, è nella acquisita consapevolezza che fare rete con i cittadini e con le realtà attive sul territorio moltiplica le capacità progettuali, consente di accedere a studi e informazioni che vanno al là dei confini comunali arricchendosi delle esperienze di altre simili realtà municipali che scardinano le rendite di posizione acquisite, mostrano alternative possibili escludendo la speculazione e la corruzione che ormai compenetra tutto il precedente tessuto delle commistioni pubblico/privato segnalate come facile preda di corruttori anche dal presidente della Corte Dei Conti all’apertura dell’anno giudiziario 2013.
Laura Vigni è l’unica opportunità di tornare a contare come cittadini ed avere un’amministrazione pubblica e sociale.